Il viaggio di Gaia

Gaia stava facendo una bellissima passeggiata in campagna, quando all’improvviso apparvero nel cielo delle scie biancastre che in pochi istanti si unirono a formare una specie di gigantesca ragnatela. Non aveva mai visto un fenomeno del genere: era una ragazza di vent’anni, viveva lì da sempre e conosceva benissimo quei luoghi dove aveva trascorso lunghe ore a giocare, passeggiare e in seguito amoreggiare, immersa nella bellezza della natura. Non ebbe il tempo di riflettere su ciò che stava accadendo, quando all’improvviso la ragnatela cominciò a vibrare e a deformarsi, avvicinandosi lentamente verso di lei. La ragazza si sentiva minacciata e allo stesso tempo attratta da quella specie di mostro che si avvicinava ogni minuto di più. Indietreggiò di qualche passo e la ragnatela si avvicinò ancora di più, come se volesse afferrarla: Gaia, che sembrava ormai ipnotizzata dallo strano fenomeno, inciampò, cadendo su un cespuglio di fiori. Venne rapita da quel groviglio che la stava risucchiando verso l’alto e per difendersi si aggrappò al cespuglio, ma la forza del mostro la trascinò via con i fiori tra le mani. Gaia lottò per liberarsi, ma era completamente prigioniera di quel terribile vortice: mentre cercava di strappare la ragnatela, i fiori le caddero uno ad uno, lasciando una traccia del suo passaggio. Ma tutti i suoi sforzi furono inutili e si abbandonò completamente al suo potere. Le apparve un paesaggio meraviglioso: sotto di lei c’era un’ampia valle, attraversata da corsi d’acqua che si gettavano in una cascata altissima. I raggi del sole illuminavano l’acqua in più punti, realizzando giochi di luce di mille colori. All’improvviso la ragnatela si dissolse nel nulla e Gaia si ritrovò in un folto bosco. Vagò per un tempo indeterminato e incontrò sulla sua strada animali sconosciuti. Si sorprese di non esserne spaventata, ma anzi, con tanta meraviglia, scoprì che la loro compagnia la faceva sentire bene. Ad un certo punto, però, si sentì molto stanca e si lasciò guidare fiduciosa dagli animali che la condussero davanti ad un grande castello. Varcò il portone e venne subito assalita da un senso di angoscia. Attraversava le stanze e le sembrava che gli oggetti si muovessero al suo passaggio, come se volessero salutarla o toccarla. Si sentivano rumori di bicchieri e piatti nelle credenze. Gaia era un po’ intimorita da questi eventi. Sulle pareti c’erano delle macchie scure a forma di ragnatela, che all’improvviso si animarono. Ruotavano in tutte le direzioni e dopo un po’ cominciarono a danzare al ritmo dei tintinni dei piatti e dei bicchieri. Quel suono, inizialmente indistinto, diventò piano piano una musica allegra e molto coinvolgente tanto che Gaia, quasi senza accorgersene, iniziò a danzare anche lei. Si sentì pervadere da una grande gioia e dopo un po’ si ritrovò come sospesa in una dimensione dove il tempo e lo spazio non avevano più alcun significato. Danzando si accorse che poteva librarsi in aria come se fosse priva di peso e riusciva in acrobazie che non avrebbe mai immaginato di poter tentare. Si arrampicò sulle pareti e sul soffitto, cercando di afferrare le ragnatele che però sgusciavano via come anguille. Poi i suoi occhi cominciarono a vedere lontano.

In un istante vide le immagini di un mondo incredibilmente magico. L’aria pulita sembrava accarezzarla, si specchiava in acque limpidissime e respirava un profumo d’amicizia e pace: era come vivere in un sogno. In quel mondo le armi non esistevano, le ciminiere delle fabbriche erano spente, le strade erano sgombre dal traffico e le case erano circondate dal verde dei fiori. Gli animali erano rispettati ed amati. Le persone erano serene e quando si incontravano si sorridevano e gli abbracci si sprecavano: nei grandi spazi comuni dei condomini condividevano le esperienze del loro quotidiano. Nessuno si sentiva mai solo e i ritmi frenetici della vita erano assolutamente sconosciuti. Mai si era sentita così felice e leggera in vita sua. Per assaporare completamente tutta l’energia positiva che quel mondo fantastico le regalava, Gaia chiuse gli occhi e quando dopo un istante li riaprì, si ritrovò vicino al cespuglio dove tutto era cominciato, con i fiori in mano. S’incamminò verso casa: sentiva dentro di sé una forza nuova e la voglia di utilizzarla per rendere finalmente il mondo migliore.

 

Ornella Bonifazio - Rezvaneh Farzim - Margherita Maresca - Michèle Vilard