Allegoria di una vita

Un uomo né giovane né vecchio è seduto sulla panchina di una piccola stazione ferroviaria in una mattina brumosa.


Passano poche persone davanti a lui.


Le poche persone che gli passano davanti lo salutano cordialmente.


L’uomo né giovane né vecchio non le vede.


L’uomo né giovane né vecchio non risponde al loro saluto.


Arriva lentamente un treno e lentamente si ferma.


L’uomo né giovane né vecchio pensa: “Salirò su quel treno”.


Quel treno lentamente riparte e l’uomo né giovane né vecchio rimane seduto sulla panchina e pensa che prenderà un treno.

 

Un uomo né giovane né vecchio è seduto sulla panchina di una piccola stazione ferroviaria in un pomeriggio grigio.


Passano parecchie persone accanto a lui. Alcune lo salutano.

 

Alcune gli chiedono un’informazione. C’è chi vorrebbe scambiare qualche parola con lui.


L’uomo né giovane né vecchio, immobile sulla sua panchina, con lo sguardo fisso sulle sue scarpe, non risponde a nessuno.


Arriva lentamente un treno e lentamente si ferma.


L’uomo pensa che forse dovrebbe prendere quel treno.


Non si sposta dalla sua panchina e continua a pensare che prenderà un treno.

 

Un uomo né giovane né vecchio è seduto sulla panchina di una piccola stazione ferroviaria in una sera fredda e umida.


E’ buio. Non passa più nessuno per la stazioncina. Nessun treno si ferma nel buio della notte.


L’uomo né giovane né vecchio seduto sulla sua panchina continua a guardare le sue scarpe e pensa: “Prenderò il treno”.

 

Qualcuno, una volta, aspettava Godot. E lui?

 

Rossana Bonadonna