Gelsomino

Le parole fluiscono scorrevoli sulla carta e gli arabeschi della calligrafia restano impigliati tra i quadretti del quaderno. Rotonde vocali, appuntite consonanti danzano sulla carta armoniosamente accompagnate da punti, virgole e trattini.

 

Le pagine sono scritte tutte e il quaderno giace chiuso sulla scrivania. Ha esaurito il suo compito. Ormai il suo destino è l’archivio delle vecchie cose se non addirittura il cestino della carta straccia. Quello che era nato espresso in graziosi arabeschi, è stato poi affidato al mostro tecnologico che toglie personalità alla grafia.

 

E’ notte. Il quaderno giace ancora sulla scrivania vicino a matite, gomme e vecchi libri. Comincia a vibrare e le pagine si aprono liberando parole come farfalle che si librano per la stanza e vanno a posarsi sul pianoforte. Dalle pagine dei libri di musica sfuggono note che, staccandosi dal pentagramma, vanno ad unirsi alle parole del vecchio quaderno. Parole e musica si fondono e fluttuano nella stanza dando origine a una melodia struggente. La finestra è aperta e un raggio di luna si insinua tra lettere e note facendole scintillare di bagliori argentei.

 

Sul raggio della luna, come su un luminoso pentagramma, si adagiano le note e le parole. Il nastro argenteo si snoda fuori dalla finestra e va lambire le chiome degli alberi, sorvola la città addormentata e si insinua tra i vicoli bui e sporchi della periferia. Si ferma, in un angolo maleodorante, sopra un mucchio informe di cartoni e stracci: Gelsomino. Sotto i cartoni e gli stracci sporchi dorme Gelsomino, il barbone artista che sogna di diventare violinista e suonare nelle più prestigiose sale da concerto del mondo.

 

Il pentagramma magico, posandosi su di lui, lo avvolge, sollevandolo da terra. Come una figuretta di Chagall, Gelsomino fluttua sui tetti e il suo violino sgangherato diventa uno splendido Stradivari.

 

Nessuno saprà mai se Gelsomino si esibirà nelle sale da concerto, ma sicuramente magiche melodie echeggeranno tra le nuvole e tra le stelle.

 

                                                                       o o o

 

Domani mattina gli spazzini porteranno via i cartoni e gli stracci dove un musicista sognatore ha lasciato qualcosa di sé che ormai non gli serve più.

 

(Rossana Bonadonna)