Il ciottolino magico

Da anni Ludovica trascorreva le vacanze al mare con la sua famiglia a Davoli Marina, piccolo paesino della costa ionica vicino a Soverato, quasi sottomesso dalla sovranità del grande centro e pur tuttavia orgoglioso della propria identità turistica.

Spiagge acerbe, pietrose, ventilate, animate solo durante il periodo estivo quando tutti, fedeli a quell'appuntamento si ritrovavano di nuovo a controllare i reciproci cambiamenti e a tenersi aggiornati sulle vite di ognuno.

Ludovica non apparteneva a quel mondo eppure lo sentiva suo. Respirava a pieni polmoni il vento che scendeva guardingo dai monti, forte e rumoroso, si insinuava in ogni angolo e non lasciava indietro nessuno. Ludovica non ne aveva paura, lo accoglieva a viso aperto, lo affrontava, non si ricomponeva i capelli alla sua furia né le vesti, anzi l’assecondava, lo seguiva in quel suo correre ritmato, dando vita a un ballo dal sapore antico e misterioso.

Fu proprio durante uno di questi balli che il ciottolino di pietra lavica, portato dal mare chissà da dove, attirò la sua attenzione. Come se stesse eseguendo un comando, Ludovica si fermò, lo guardò incuriosita, avvolta in un misterioso incanto, intorno a lei tutto era diventato silenzio anche il vento taceva, chetato. Adesso non era più lei a decidere che cosa voleva fare.

Per la prima volta quella località che tanto amava le faceva paura!

Perché?

Quasi automaticamente raccolse il sassolino e una luce sfolgorante l’avvolse, impedendole di vedere.

─ Mamma mia, che succede? Aiuto, aiuto!

A questo punto una voce flebile e dolce, appena percettibile, si udì uscire da quel curioso ciottolino

─ Non temere, Ludovica, non ti accadrà niente di male. Finalmente ho trovato la persona giusta per potermi rivelare. Ti ho aspettato per tanto tempo, paziente e silenzioso e adesso che ci sei posso concludere la mia missione!

-     Ma chi sei? Come fai a parlare? Cosa vuoi da me?

-     Sono quello che vedi, un ciottolino di pietra lavica che è stato portato sulla spiaggia di Davoli non dal mare, come si può pensare, ma da una forza misteriosa e magica. Infatti, cara Ludovica, io ho dei poteri magici che solo tu potrai utilizzare, però ad una condizione.

-     Quale?

-     Quello che chiedi non deve essere per te, ma per il bene degli altri.

-     E com'è possibile, come farò a scegliere quello che è giusto?

-     Ascolta, prendimi con te e portami dovunque tu vai, però devi fare in modo di non farmi vedere da nessuno e soprattutto nessuno mi deve toccare, altrimenti i miei poteri magici spariranno. Quando sarà il momento giusto per utilizzarmi sarà il tuo cuore a segnalartelo!

Ludovica, un po’ spaventata, strinse nel pugno della mano quel ciottolino magico e in silenzio tornò a casa. Nei giorni seguenti tutti si accorsero che in lei c’era qualcosa di diverso, anche se continuava a fare le stesse cose. A volte la sorprendevano a pensare e a gesticolare con la mano, con il pugno chiuso, a volte era talmente pensierosa che non rispondeva alle domande che le venivano fatte.

Tutti, ormai, parlavano dello strano comportamento della ragazza e non sapevano darsi una spiegazione.

Sì, è vero, Ludovica era cambiata, era come se i suoi occhi e le sue orecchie fossero diversi. Adesso vedeva e sentiva ciò che prima non vedeva e non sentiva. Passava accanto alle persone e ne percepiva la sofferenza, gli stati d’animo più profondi. Allora, senza parlare, strofinava gentilmente il suo ciottolino e come per magia intorno a sé tornava il sorriso. Certo non aveva il potere di cambiare il mondo o di far sorgere dal nulla palazzi o fabbriche, ma riusciva a migliorare l’animo di chi le stava accanto, a trasformare i sentimenti da negativi in positivi.

Adesso anche lei era felice perché aveva capito qual era il suo compito.

Per uno strano effetto della magia del ciottolino, ora, tutti la cercavano, la fermavano per strada, le chiedevano qualche consiglio, la invitavano alle loro feste, le affidavano incarichi, la volevano come amica. E Ludovica non si negava, non si sentiva sola, sapeva che all’occorrenza, bastava una piccola strofinatina e oplà… le cose si sarebbero risolte.

L’estate stava per finire e Ludovica si sentiva un po’ triste. Era felice di poter aiutare le persone, ma al tempo stesso un po’ preoccupata: il ciottolino avrebbe continuato ad esercitare la sua magia anche a Eboli e in qualunque altro posto lei fosse andata? Booh?!

Mentre camminava pensierosa incontrò una bambina, bella, con i capelli biondi e due occhioni scuri scuri come la pietra lavica. Ludovica la guardò intensamente e ne rimase incantata: quegli occhi erano così tristi! Raccontavano tante cose e tanta solitudine. Ludovica subito pensò al ciottolino magico che teneva nella tasca e cercò di stringerlo per regalare a quegli occhi un po’ di allegria, ma ahimè… il ciottolino era scomparso. Inutilmente tentò di cercarlo, ma niente, il ciottolino era volato via: ma la sua magia?

Sapete allora cosa fece la protagonista della nostra storia? Cercò nel suo cuore e trovò la magia del ciottolino. Si avvicinò alla bambina, l’accarezzò dolcemente e cominciò una nuova storia di amicizia e di amore. Allora capì che la vera magia della vita è l’amore, ripensò al ciottolino e mentalmente lo ringraziò perché le aveva fatto trovare la magia che era dentro il suo cuore.

E voi? L’avete già trovata?

Cercate, cercate un ciottolino magico e ricominciate la storia!

 

Angelamaria Fiorillo