La magia dei libri

Passeggiare per Roma è sempre una grande emozione; se poi si riesce ad essere liberi di girovagare senza tempo in un pomeriggio di primavera quando la città si tinge di risa corallo, allora sembra di essere presi per mano da Roma e condotti in un’atmosfera magica che fa dimenticare anche il caos del traffico e l’inquinamento olfattivo e acustico che l’affliggono.

E’ proprio in uno di questi pomeriggi magici che Francesco, girovagando per i vicoli del centro storico un po’ sognando, un po’ curiosando, si imbatte in una piccola libreria che non aveva mai notato prima.

Una porticina modesta, una minuscola vetrina nella quale i libri sembrano voler invitare i passanti ad entrare. L’insegna, di legno, con la scritta in corsivo elementare che sembra stilata dalla mano pura di un bambino, recita: “La magia dei libri”.

E’ inevitabile entrare e farsi abbracciare dall’atmosfera particolarissima del luogo.

Quando si entra nelle grandi librerie , quelle della grande distribuzione che ormai hanno fagocitato le più piccole e colte di una volta, si è presi da un senso di smarrimento di fronte alle dimensioni eccessive, all’offerta eccessiva, tutto “eccessivo” e soprattutto commerciale.

Ma dentro “La magia dei libri” l’aria che si respira è tutt’altra. Francesco si muove lentamente e con rispetto negli stretti corridoi tra gli scaffali e ha la sensazione che ogni libro su cui posa lo sguardo abbia qualcosa di particolare e misterioso da raccontare a lui e solo a lui.

E poi: l’odore. L’odore di una piccola libreria intellettuale non è lo stesso dei larghi saloni della libreria del centro commerciale. Qui c’è profumo di carta e di favole, c’è profumo di polvere buona e magia; c’è il profumo dei ricordi più intimi e delle emozioni più forti e segrete.

A tutto questo pensava Francesco quando il suo sguardo cade su di un piccolo volume elegantemente rilegato. Non può fare a mano di prenderlo in mano e prima di sfogliarlo ha il piacere di toccarlo, di accarezzare la copertina rossa e passare le dita sulla scritta del titolo e dell’autore. E’ un libro di poesie che non conosce, sconosciuto anche il nome dell’autore. E’ un nome strano: sicuramente si tratta di uno pseudonimo.

La prima poesia, “La casa sulla collina”, gli evoca ricordi di bambino. Torna con la mente ai racconti della nonna che gli parlava spesso del nonno che lui non aveva mai conosciuto e che era vissuto a lungo proprio in una casa che sorgeva su di una collina e lui, bambino di città, aveva spesso fantasticato sull’infanzia di quel nonno che aveva respirato l’aria pura della campagna e aveva assistito all’alternarsi delle stagioni grazie al colore dei fiori, delle foglie degli alberi e dell’erba dei prati.

Francesco chiude gli occhi e gli sembra di sentire la voce di sua nonna che recita proprio quella poesia.

Andando avanti nella lettura, trova una dolcissima storia d’amore. L’incontro tra chi scrive e la sua amata gli ricorda sorprendentemente il romantico incontro da cui sbocciò un amore profondo di cui spesso gli aveva parlato la nonna; ogni volta lei si commuoveva e lui rimaneva incantato a vedere scivolare sulla sua guancia una piccola lacrima scintillante, ancora piena di amore.

Rimane a lungo, Francesco, col libro di poesia in mano a leggere versi che gli sembrano sempre più familiari, perdendosi nei suoi ricordi di bambino.

 

Quando prova, chissà perché, ad anagrammare lo strano pseudonimo stampato sulla copertina, gli sorride il nome del nonno.

 

(Rossana Bonadonna)