Ritorno alle origini

Il grande cedro del Libano, maestoso e imponente, allarga le sue morbide braccia: invita a rifugiarsi nel suo grembo accogliente piccioni, cornacchie e passerotti spaventati dall’imminente acquazzone. Minacciosi nuvoloni neri si adagiano sui tetti delle case e sulle cime degli alberi e beffardamente annunciano le loro sinistre intenzioni. Un tremendo boato e scrosci violentissimi di acqua si riversano su tutto ciò che c’è sotto la coltre di nubi dense e nere. Gli alberi sono squassati dal forte vento e i fiumi si gonfiano pericolosamente. Le strade cominciano ad allagarsi in un giorno qualsiasi di un mese di luglio che non si decide a comportarsi da luglio mediterraneo. Nulla di ciò che sta accadendo è conforme all’abituale andamento delle cose. Anche il comportamento delle persone sta lentamente ma inesorabilmente cambiando.

 

La pioggia si rovescia sulla terra con sempre maggior vigore fino a quando i fiumi, ormai troppo gonfi, inondano città e campagne. Il livello dell’acqua sale pericolosamente e le case vengono ingoiate dalla furia dell’acqua. Nelle grandi città riescono ad emergere solo gli ultimi piani degli edifici più alti; ben presto anche quelli spariscono alla vista. Alla vista di chi? Ormai nessuno cerca più di opporsi all’invasione delle acque. Sta accadendo qualcosa di strabiliante: uomini, donne e bambini, fino a poco prima terrorizzati dall’imminente fine, si guardano l’un l’altro e si rendono conto di trovarsi perfettamente a proprio agio nell’acqua. I capelli delle donne di ogni età cominciano a crescere e a fluttuare nell’acqua colorandosi di tinte verdazzurro mentre le loro gambe, ormai saldamente unite, si trasformano in magnifici corpi di sirena ricoperti di scaglie multicolori. Nuotano, volteggiano e si tuffano con leggerezza dimenticando la loro vita precedente. E i loro uomini? Improvvisamente se ne ricordano e li vedono: anche loro dotati di forti corpi di pesce sotto un robusto torace, sono diventati dei magnifici tritoni, con lunghe chiome e folte barbe.

 

In questo meraviglioso mondo sottomarino non c’è più posto per invidie, prevaricazioni e guerre.

 

Almeno fino a quando a qualcuno non verrà in mente di risalire sulla terraferma.

 

(Rossana Bonadonna)