Sapete svitare

Sapete svitare il cappuccio del dentifricio? Ehhhhh risponderete in coro, è semplicissimo! Bene, provate a farlo con la spalla, il braccio e la mano destra che urla imprecazioni prigioniera del tutore e la sinistra buona a nulla. Provate, provate!

Sapete allacciarvi le scarpe con una mano sola? E tagliare il cibo? E infilarvi un anello?

Potrei affliggervi con tanti “sapete fare”, ma vi grazio, perché la lista è lunghissima.

Però non lo sapevo al momento della caduta.

Le scale dell’androne di Mari sono ripide, da starci attenti  ad ogni età, ma le farfalle volano ovunque e niente le ferma, a me ha fermato il botto ai piedi della scala. Niente di allegro, la farfalla che è in me ha continuato a volare libera, ma io mi sono schiantata. E’ la parola esatta, perché il mio corpo si è fracassato in malo modo.

Nel volo gridavo Dio il femore, ma il femore non ha risposto. Forse dormiva, di fatto non si è scomposto. E’ stata la spalla destra che ha detto una parolaccia irripetibile, insieme al fianco e al ginocchio che si sono offesi e mi hanno messo il muso per parecchi giorni.  

Povera spalla! Le hanno fatto indossare una cintura di castità di nylon puzzolente ed è ancora prigioniera. Spesso dice  tante parolacce da stadio, ma quando è più serena ringrazia Iddio di aver protetto tutte le ossa sue sorelle per non tarpare troppo il volo della farfalla.

Tra grida incrociate di ossa peste e di ossa rotte che litigano tra loro, i giorni passano lenti, forse per adeguarsi  al mio ritmo. Ne mancano quindici per togliere la cintura di castità, e già ridacchio per quello che pensa di permettersi la spalla. Forse non quello che vorrebbe, ma ancora non mi ha detto quali sono i suoi piani precisi. 

Sicuramente vorrà farsi una doccia calda con una spugna che gratta, e questo lo posso capire, ma non credo che avrà la forza immediata di infilarsi le calze o slacciare una collana o guidare l’auto per andare fuori, nel mondo.

Dovrà muoversi piano, con cautela, ma ormai è abituata alla prigione e non credo che vorrà affrettarsi, sarebbe peggio per lei!

Certe volte diventa affettuosa, e guarda con amore gli aiutanti che ha intorno.  Adesso sono io a dire grazie per il loro amore vigile, ma non voglio cadere nel  sentimentale.

A questo punto la mia spalla si è scocciata e non vuole più che parli di lei, troppo palcoscenico l’ha disturbata. Vuole uscire di scena, ma devo supplicarla di stare calma, non vorrei che facesse un altro volo. Si ritira in silenzio nella sua sporca custodia brontolandomi una promessa: appena saremo libere tutte e due ti porto al mare!

Il mare! E’ vasto come i miei sogni, troppo, perché in questi giorni i miei sogni sono piccoli: liberare la mia spalla e tornare presto a Lisieux….

Adriana Pieroni