Tra fiori di malva e spighe selvatiche

Quel giorno l’azzurro del cielo era troppo azzurro, il verde degli alberi era troppo verde e i fiori di malva disegnavano pennellate lilla sul prato assolato.

 

Le spighe selvatiche, chine le une sulle altre, sembrano donnine pettegole intente confidarsi chissà quali segreti.

Col mio cappellone di paglia in testa, compagno fedele e irrinunciabile delle mie passeggiate estive, cammino assorta, a testa bassa, immersa in pensieri confusi che mi sfuggono mentre, come sempre, Boris mi precede felice a caccia di effluvi eccitanti e povere lucertole da spaventare.

 

Improvvisamente, non lo vedo più. Strano. Di solito è lui che non perde di vista me. Provo a chiamarlo. Niente. Fischio. Niente.

 

Di Boris nessuna traccia. Resto tesa in ascolto, sperando di sentire il rumore caratteristico del suo ansimare ma intorno a me il silenzio del prato, rotto solo dal canto degli uccellini.

 

In un’altra situazione sarebbe stato bello, mi avrebbe fatto compagnia ma ora mi sembrano beffardi ed inopportuni anche gli uccellini.

 

L’erba si muove, spero di vedere la coda bianca e nera spuntare tra le spighe e la malva ma è solo una cornacchia che si alza in volo, gracchiando.

 

Mi viene in mente Gipsy, la gattina che avevo anni fa. Ero in Polonia, quando mi arriva un sms di mia figlia che mi dice: “Mamma, la gatta è uscita. Che dici, tornerà?”

 

Non è mai più tornata.

 

Questo pensiero triste mi atterrisce. No! Non posso perdere anche Boris in un modo così sciocco. E poi lui non mi abbandonerebbe mai. Ha 11 anni, è ormai un vecchio cane saggio. Deve essergli successo qualcosa. Ma cosa?

 

Stavo già pensando di stampare manifestini con la sua foto da distribuire per tutto il quartiere quando, in fondo al viale del parco, vedo correre verso di me un bolide svolazzante bianco e nero, le orecchie al vento: è lui! E’ Boris che mi corre incontro eccitato. Mi chino, lo abbraccio, lo coccolo, affondo la faccia nel suo pelo morbido. “Che spavento mi hai fatto prendere, mascalzone! Che cosa hai combinato?”

 

Boris si ferma improvvisamente, si siede, mi guarda sorridendo (sì, per chi sa capirli, i cani ridono) poi si volta verso una deliziosa setterina bionda che timidamente mi sta osservando con gli occhi dolci. E’ Lilla. Lilla, la cagnolina di cui Boris è innamorato da sempre. Da quando i suoi padroni hanno cambiato casa, non la incontriamo più durante le nostre passeggiate.

 

Ma oggi Boris l’ha ritrovata, è felice ed è venuto a dirmelo anche se mi ha fatto spaventare.

 

(Rossana Bonadonna)