L'alba di un nuovo giorno

All’uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto.

Alba era nata e cresciuta nel paese e tante volte aveva percorso le strade che portavano al mare e in città, ma non aveva mai avuto il coraggio di prendere quella che non andava in nessun posto, anche perché tutti la evitavano.

Una notte però Alba fece un sogno stranissimo che al mattino ricordava appena: quel sogno fece nascere in lei una forza che non poteva controllare e che la spinse irresistibilmente ad incamminarsi lungo quella strada misteriosa.

Intimorita dalla sua stessa decisione, per farsi coraggio portò con sé il suo cane Annibale, fedele compagno di tante avventure.

La strada in realtà era un viottolo sterrato, molto tortuoso, e per molte ore Alba si ritrovò ad attraversare una pianura molto vasta dove non incontrò nessuno. Ad un certo punto però il sentiero entrò in una foresta fitta d’alberi dove a stento penetrava la luce.

Alba venne assalita da un profondo senso di disagio: il cuore le batteva all’impazzata e per un attimo si sentì sul punto di svenire, anche perché Annibale si rifiutava di andare avanti e sembrava fiutare un pericolo imminente.

Improvvisamente si ricordò il sogno: aveva visto proprio quel bosco e una voce misteriosa che la invitava ad entrarvi. Quel ricordo la spronò a proseguire ed Annibale dopo un attimo di riluttanza la seguì guardingo con le orecchie dritte e la coda bassa.

Alba aveva perso la cognizione del tempo ma si rendeva conto che ormai la notte era prossima e quindi non potendo tornare indietro decise di trovare un rifugio sicuro.

Giunsero nei pressi di un gigantesco albero cavo e quando Annibale entrò scomparendo alla vista di Alba, la ragazza lo seguì senza incertezze.

Si ritrovò in una caverna buia ed avanzando a tentoni si accorse di aver imboccato un lungo tunnel dalle pareti molto strette. Il buon senso le suggeriva che forse avrebbe fatto bene a tornare indietro ma decise comunque di andare avanti.

Dopo parecchio tempo forse minuti o forse ore giunse finalmente al termine di quel budello tortuoso. E rimase completamente senza fiato per lo stupore. I suoi occhi ormai abituati all’oscurità vennero colpiti da una luce abbagliante ed Alba vide di essere arrivata in un luogo incantato che pensava potesse esistere solo nelle fiabe.

C’era un’ampia vallata con prati di erba soffice e verde e un lago dalle limpide acque dove si stavano abbeverando alcuni unicorni.

Proprio sulla riva del lago c’era una casetta di legno che aveva la forma della testa di un elfo: la bocca era la porta, gli occhi erano due finestrelle con le palpebre che facevano da serrande e delle ciglia lunghe che avevano la funzione di tende. Da una delle orecchie appuntite usciva un sottile filo di fumo: quello era il camino e questo faceva capire che la casa era evidentemente abitata.

Annibale sembrava impazzito dalla gioia e correndo come un forsennato si tuffò nel laghetto proprio lì dove gli unicorni si stavano abbeverando. Abbaiò verso di loro come se volesse invitarli a partecipare alla sua gioia e ad entrare in acqua, ma quelli non lo degnarono d’uno sguardo.

- Finalmente sei arrivata Alba! È tanto tempo che ti stavamo aspettando!

La ragazza si sentì sul punto di svenire: quella voce era la stessa sentita nel sogno ed incredibilmente si accorse che era la casa a parlare.

La porta si spalancò e venne fuori una lunga guida rossa che dette ad Alba l’impressione che la casa le stesse facendo un simpatico sberleffo in segno di benvenuto.

Alba ancora sgomenta muovendosi come un automa si sedette sulla guida rossa che la trascinò lentamente all’interno della casa. Annibale che aveva visto tutto con un balzo prodigioso riuscì ad entrare un attimo prima che la porta si richiudesse.

La guida, dopo brevi lunghi attimi depositò la ragazza, sul pavimento di una stranissima stanza, la più incredibile che avesse mai visto. I mobili, aprendo e chiudendo i cassetti e le ante a ritmo di una musica molto coinvolgente che proveniva chissà da dove, sembrava quasi che la stessero salutando. C’erano giocattoli ovunque, di tutti i tipi e di tutte le epoche: era una specie di paese dei balocchi.

La stanza era immensa, circolare con delle grandi vetrate scorrevoli che si aprivano e si chiudevano ritmicamente.

Una delle pareti era interamente occupata da una tela bianca da pittore e lì davanti sul pavimento c’erano dei colori e dei pennelli.

Alba si sentì irresistibilmente attratta da quella tela, si avvicinò quasi senza rendersene conto, prese uno dei pennelli e la sua mano spinta da una forza misteriosa iniziò a tracciare dei segni.

Il pennello era molto grosso e Alba lo intingeva in tutti i colori quasi a caso e disegnava linee apparentemente senza senso che poi però un attimo prima di aggrovigliarsi definitivamente si disposero come per magia sulla tela in maniera ordinata creando delle immagini che apparivano e sparivano in un batter di ciglia.

Dapprima la ragazza vide il bosco che aveva appena attraversato solo che non era buio e tetro ma pieno di luce: lei nel disegno era seduta sotto un albero e accarezzava Annibale che era però solo un cucciolo. Fu una visione quasi istantanea perché immediatamente le linee colorate iniziarono a turbinare dando origine a nuove forme.

Sulla tela apparve una scena della sua infanzia che Alba aveva rimosso da tempo, c’era Lorenzo, suo fratello, che stava gettando nei rifiuti la sua bambola preferita. Alba aveva sofferto tantissimo per questo, non l’aveva più trovata ed ora capiva perché.

Vinta dall’emozione si sedette sul pavimento smettendo di disegnare. Poi si girò ed incredibilmente si trovò davanti Annibale che scodinzolando teneva in bocca la sua bambola preferita e gliela porgeva.

- Che posto è mai questo! – urlò Alba che ottenne però come risposta solo il rumore dei cassetti e delle ante che continuavano ad aprirsi e chiudersi ritmicamente.

Poi afferrò due pennelli, uno per mano e cominciò a disegnare freneticamente sulla tela che nel frattempo era tornata bianca. Prese forma dapprima il volto e poi l’intera figura di un bellissimo elfo con le orecchie a punta e i lunghi capelli d’argento che la guardava sorridendo.

Poi in un attimo il disegno cominciò a ruotare vorticosamente e quando si fermò l’elfo si materializzò nella stanza.

- Io sono la voce del tuo sogno – disse – e nella vita giunge sempre un momento in cui sogno e realtà si confondono. Ma come hai potuto vedere sulla tela, si può riuscire a districarsi nel groviglio di linee colorate che cerca di soffocarci.

Fu una visione istantanea, perché dopo aver parlato, quasi immediatamente, l’elfo sparì nel nulla lasciando Alba in preda a sentimenti contrastanti. Era molto perplessa, intimorita e rifletteva su tutto quello che le stava accadendo.

- Un groviglio di linee colorate che cerca di soffocarci – pensava – ma cosa c’è di più aggrovigliato della mia vita?

In realtà non era per niente stupita di quello che aveva fatto Lorenzo perché aveva avuto da sempre con lui un rapporto molto difficile. Le vennero in mente centinaia di episodi in cui apparentemente lei era la vittima dei dispetti del fratello, e così in effetti si era considerata da sempre.

Ma ora stranamente non ne era più così sicura: era forse l’influsso di quel luogo misterioso? Si rivedeva mentre invocava piagnucolando una punizione esemplare per il fratello qualunque cosa lui facesse.

E ogni volta il rancore di Lorenzo nei suoi confronti aumentava sempre di più e anche gli anni non avevano migliorato la situazione tanto che ormai quasi adulti non si parlavano più.

Ma ora incredibilmente sentiva un irresistibile bisogno di parlarci; voleva assolutamente risolvere il groviglio di linee colorate come era successo sulla tela.

Si girò e vide l’elfo che le sorrideva: non disse nulla ma non ce n’era bisogno. Alba aveva capito che quella strada che a detta di tutti non portava da nessuna parte in realtà arrivava molto lontano.

Sulla tela bianca apparve l’incrocio dove tutto era iniziato: chiuse gli occhi solo per un attimo e quando li riaprì si ritrovò ai piedi dell’albero cavo.

- Ma dove sei stata in tutto questo tempo, eravamo in apprensione!

Davanti a lei c’era Lorenzo sconvolto ma incredibilmente felice di averla ritrovata.

Dopo un attimo di imbarazzo si abbracciarono e poi tornarono insieme verso casa accompagnati da Annibale che scodinzolava felice.

 

(Dario Amadei - Rossana Bonadonna - Fracesca Izzo - Gerolomina Maietta - Sabrina Marchionne - Vera Padovan - Rosanna Viola)

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