L'ape

Miriadi di minuscoli fiori bianchi, profumatissimi, nascondono le recinzioni dei giardini. Cosa cela quella cortina candida e innocente? Cosa vuole allontanare il forte profumo che stordisce chi vi passa vicino?

 

Un’ape, ronzando curiosa, si intrufola tra le foglie e va a curiosare nell’intimità del giardino.

 

Ai suoi composti occhi di insetto si presenta uno scenario ben diverso da quello esterno: poche piante ingiallite soffocate da materiali accatastati negli angoli da chissà quanto tempo e una vecchia sedia sgangherata con un cuscino sporco e scolorito sul quale sonnecchia un gatto magro e spelacchiato. Macchie verdi di muschio sulle cassette piene solo di terra, rivelano l’umidità che regna in quello spazio mai baciato dal sole.

 

Un vociare concitato risuona dall’interno e una figurina minuta, col volto sofferente, esce dalla portafinestra con la sigaretta appesa all’angolo della bocca in un modo che rivela l’abitudine a non separarsene mai. E’ accigliata. Il volto segnato da rughe profonde che la vita, beffarda, vi ha lentamente e inesorabilmente ricamato.

 

Dietro di lei urla e impreca un bel ragazzo, rabbioso, incattivito, la cui bellezza è resa aggressiva da piercing e orecchini che deturpano il bel viso.

 

A guardarlo bene, gli occhi sono buoni e lo sguardo profondamente triste, ma i suoi gesti e le sue parole sono violenti e senza speranza.

 

 

Una volta, non si sa più quanti anni prima, in quella casa, in quel giardino, vivevano quattro persone e un magnifico pastore tedesco che sapeva gioire con la famiglia quando godevano insieme momenti felici. E tanto tempo fa erano felici

 

Un grande amore di adolescenti innocenti, sinceri ed entusiasti aveva dato origine ad una radiosa famiglia. Erano nati due maschietti, belli e sani ma la mamma spesso rimaneva sola. Il papà lavorava lontano e non poteva stare vicino ai bambini; così cominciarono le discussioni, i diverbi e le incomprensioni.

 

Lei resisteva con coraggio ma i ragazzi sviluppavano un carattere difficile, ribelle e scontento.

 

Lui, tenuto lontano da un lavoro che non poteva permettersi di lasciare, soffriva la solitudine e così successe l’inevitabile. Avrebbe potuto essere solo un’avventura senza conseguenze, ma quando, dopo parecchio tempo lei lo venne a sapere, grazie alla malignità di qualcuno, qualcosa si spezzò dentro di lei. Il suo amore e il suo coraggio si schiantarono, frantumandosi in mille miseri pezzi che non si sarebbero mai più ricomposti.

 

Quando lo cacciò di casa, offesa, tradita, umiliata, lui non seppe fare altro che ritornare da colei che avrebbe dovuto essere solo una consolazione passeggera.

 

Ora è passato tanto tempo e lui non è più tornato a far sorridere quel giardino che li aveva visti felici; lei non se la sente di curarlo; i ragazzi sono sempre più arrabbiati con entrambi i genitori. Non c’è più nemmeno il grosso cane che sapeva sorridere.

                                                                      o o o

 

L’ape, che si era intrufolata in quel giardino disdegnando i fiori bianchi e profumati, da quel giorno non superò più le ingannevoli recinzioni che nascondono le miserie degli uomini.

 

(Rossana Bonadonna)