L'ombra della luna

Sono seduta al bordo di un fiume, la sua acqua scivola verso il mare, ne conoscerà gli abissi. Acqua di un fiume chiaro che per me sei sempre stata sacra ora in agguato da assassina, solo il riflesso di una pallida luna.                

 

Ho progettato tutto nella mia mente, l’appuntamento è a mezzanotte, ho deciso il mio piano, e se non basteranno dodici coltellate, tante quanti gli anni che stiamo insieme, lo trascinerò nell’acqua e lo lascerò affogare, il fiume deciderà per lui dove depositare il suo cadavere, e solo allora potrà godere la pace.

Per me non deve avere pace dopo tutto quello che mi ha fatto, ha reso la mia vita un inferno da quando l’ho conosciuto, mi ha rinchiusa tra le mura di casa, e solo lui al comando.

Mi sono ritrovata in una prigione dorata, in tutto questo tempo, con un uomo infedele e traditore al mio fianco, facendo finta di amarmi mentre l’amore lo portava a spasso per il mondo e lo lasciava fuori dell’uscio di casa nostra.

Ero ancora bambina, non sapevo ribellarmi al suo volere, persino la notte la decideva lui, se mi voleva potevo dormire al suo fianco per il breve tempo di stare con me, poi scacciata dal suo letto venivo a ritrovarmi sola. Quante lacrime ho versato non saprei più dirlo. Ho fatto per tanti anni la sua schiava e lui il mio signore.

 

Un giorno, all’improvviso ho scoperto qualcosa di deplorevole e di infame in quel viso amato, mi ha illuminato un suo sorriso, è sciocco dirlo ma è così. Il suo sorriso lo ha tradito, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una inerzia? Per voi, per me no! Solo allora ho capito quanto male mi aveva fatto.

Voleva distruggermi, sperava in una mia follia dove poter dire alla gente che ero pazza, il suo progetto non è riuscito.

Ora sono io a decidere la sua fine, è la mia prima decisione cosciente, si… fra poco potrete dirlo, chiamatemi pure pazza, e ne sarò orgogliosa e fiera.

Finalmente una mia ribellione, una mia consapevolezza, una mia prima decisione.

Ho conservato tutta la mia forza per questo momento, ucciderlo per me è fondamentale, è dare un colpo di spugna alla mia vita, da quel giorno del “sorriso” la mia cosciente follia ha preso piede.

 

Era di lunedì, lo ricordo bene, un inizio settimana, ero triste, avvertivo un grande dolore nel cuore senza sapere la vera ragione, decisi di ritornarmene a casa e riposarmi, sicura di essere da sola.

La nostra casa è un po’ isolata, un villino fuori dalla grande città scelto per le nostre nozze, con le mura bianche, una casa dove pensavo di trascorrere la mia vecchiaia a fianco di un uomo che credevo innamorato di me e dove sarebbe cresciuto l’amore insieme, ma non è stato così, ci siamo allontanati sempre di più, le sue carezze le ricordo appena, non so cosa c’è in me che non va, il suo rifiuto non l’ho mai capito, e il ragazzo di allora è diventato un uomo perfido e strano.

Sono figlia unica, non ho sorelle ne fratelli, non so a chi appellarmi nelle mie grigie giornate, lui era il mio unico amore, il mio uomo, il mio compagno, il mio amante, il mio amico, ho riposto in lui tutto il mio affetto, la mia vita, e solo ora vedo le mostruosità di questo mio incondizionato amore.

Ho trascorso una vita soffocando le mie voglie, il rispetto e l’amore per lui mi hanno limitato anche i miei ardori, era impossibile guardarmi attorno, e si che di uomini ne avrei trovati.

Non è stato così per lui, ha sfruttato tutte le possibilità che le sono capitate e le occasioni non sono mancate.

Chiamatemi pure pazza, non mi importa, e ora saldo il conto con le mie mani. Il dopo? Ho già previsto quello che mi aspetta, sono abituata alle sbarre, ricordate?

Il dopo, solo con una piccola differenza, non me ne preoccupo, è una mia scelta precisa, si! Rimboccarmi le maniche per una nuova vita? No, non ci penso nemmeno, non c’è la farei, sarebbero solo dolori che si tramuterebbero in veleni. Una sola decisione e poi la vita di sempre, quella che conosco meglio, una prigione che mi terrà lontana dall’esterno, mi sentirò di sicuro più protetta per il resto dei miei giorni, starò benissimo, davvero! Con un infame in meno, non mi rimane che questo desiderio.

Eccolo laggiù l’uomo deplorevole, da lontano si scorgono le sue mani che accarezzavano l’altra donna in casa mia, l’infame arriva, si avvicina al tranello che gli ho teso, la luna mi illumina il solo corpo, sono sicura che si accosterà a me come una preda alla sua Puttana…. troverà pane per i suoi denti…si lo vedrò gemere e morire, morire davanti ai miei occhi e dovrà chiedere pietà.. come me... come quel giorno che glielo ho chiesto io, e lui beffardo e maledetto mi ha annullato con il suo perfido sorriso, solo allora ho capito… non mi amava e non mi aveva mai amato.

Voglio regalargli lo stesso sorriso nell’ultimo respiro della sua vita… che ora è nelle mie mani, pallida e inerme come la luna che mi sta guardando.

 

(Lucia Izzo)