La libreria del signor Alfred

Quello che accadeva nella libreria del signor Alfred era davvero una cosa misteriosa. La notte, quando le serrande erano chiuse, i libri cominciavano a volare per aria spostandosi a loro piacimento da un luogo a un ‘altro, dialogando fra loro come vecchi amici.

In fondo convivevano lì da parecchio tempo, perché quindi non conoscersi meglio?

Cominciò tutto una sera d’agosto, la calura rendeva l’ambiente insopportabile e un libro di Hemingway mal riposto cadde. Al rumore Madame Bovary sussultò dicendo - Cosa è successo?

- Vita da cani - rispose “Il vecchio e il mare”

- Non me ne parlare - disse la Bovary - ne so qualcosa, destino infame.....

Al chiacchiericcio altri libri si svegliarono e cominciarono a uscire dagli scaffali, intervenendo nella conversazione.

La sala era diventata un circolo culturale, persino Anna Karenina e lo stanco Oblomov si degnarono di intervenire, ognuno aveva qualcosa di cui lamentarsi.

- Noi classici siamo poco letti, oggi tirano i premi letterari e il libro alla moda.

- Zitti - replicarono le “Confessioni di Sant’Agostino” e le “metamorfosi di Ovidio” - pensate che noi stiamo meglio di voi? La gente passa, ci osserva e tira avanti , senza degnarsi di sfogliarci, solo gli studenti ci acquistano controvoglia.

Dall’alto del suo ripiano si mosse “Il pendolo di Foucoud”

- Sapete - disse - che non tutti mi hanno letto e ho sentito con rammarico, commenti sgradevoli sul mio conto.

- Non sai cosa dicono di noi - replicarono “I fratelli Karamazov”.

La sera successiva tornarono a spostarsi, ormai ci avevano preso gusto, sembravano tanti vampiri, che a mezzanotte si svegliano per andare in giro.

Dopo una settimana però, mentre erano nel mezzo di una conversazione, da alcuni libri si materializzarono gli autori.

Ombre vaganti che volevano salvare le loro creature a tutti i costi.

- Abbiamo speso tempo e notti insonni per crearvi, siamo orgogliosi di voi, non dovete buttarvi giù.

Un rumore improvviso, li interruppe, era il signor Alfred che era tornato al negozio, avendo dimenticato le sue medicine.

Si diresse verso il banco, ma qualcosa attirò la sua attenzione un libro di Simenon giaceva per terra nello spazio della poesia. Si avvicinò per accertarsi meglio e si guardò attorno, Neruda era al posto di Baudelaire e Quasimodo con la Yoshimoto.

-          Cosa è successo - pensò tra sé e più avanzava, più il caos si creava attorno a lui.

Ebbe la netta sensazione che qualcuno fosse li dentro a mettere soqquadro nella sua amata libreria. Sistemarli era impossibile, ci volevano almeno tre settimane per ordinare tutto.

Andò nel retrobottega e vide che i quadri alle pareti che raffiguravano i grandi della letteratura erano cornici vuote, senza ritratto. Confuso, agitato chiamò la sua amica Rebecca e la pregò, nonostante l’ora tarda di raggiungerlo.

Dopo venti minuti era lì.

- Calmati caro Alfred il tuo cuore non può sostenere certe emozioni, andiamo a casa, beviamo qualcosa e domani penseremo al da farsi.

Alfred passò una notte insonne. Il giorno seguente di buon’ora si recò in libreria e la sezione classici era vuota. Roba da infarto, allora c’era un ladro, bisognava chiamare la polizia. Prese il telefono, compose il numero e alzò lo sguardo, i libri erano al loro posto, in perfetto ordine.

Pose il ricevitore, stava impazzendo, si sentiva solo, impotente di fronte a tutto ciò.

In quel momento entrò un cliente, acquistò un libro e dopo averlo pagato disse

-          Lei è il proprietario di questa libreria?

Alfred annuì.

- Complimenti possiede qualcosa di diverso dalle altre, i libri sono disposti in modo da attirare l’attenzione del cliente. Mi spiego, se cerco un libro di poesie, trovo accanto un romanzo, ciò mi stimola a sfogliarlo e forse a prenderlo. Spesso noi clienti andiamo di fretta, abbiamo in mente una cosa e ignoriamo che c’è dell’altro.

Alfred rimase di sasso, un cliente occasionale aveva elogiato quella gran confusione. Ne parlò con Rebecca, la quale concluse che dopotutto, la sua poteva essere una libreria all’avanguardia. La voce si sparse e ogni giorno c’era sempre una moltitudine di gente. Gli affari andavano bene. Una fortuna così all’improvviso Alfred non se l’aspettava, tutto restava un enigma, i libri avevano avuto un grande potere in tutto ciò.

 

Lucrezia Bisceglie