La mente libera

Un momento perfetto di relax. Il divano, un plaid sulle gambe allungate, la luce giusta, il silenzio e un libro, un bel libro di quelli che ti prendono per mano e che non vorresti più lasciare. Giovanna stava leggendo un tenero romanzo di una scrittrice americana che abbinava sapientemente il piacere del buon cibo, ben preparato con le spezie giuste, alle emozioni dei protagonisti. Si era ormai estraniata dall’ambiente esterno ed era completamente assorbita dalle sensazioni piacevoli che la lettura le donava, quando uno strano scricchiolio la distrasse per un attimo. Ma continuò a leggere fino a quando quel “tic tic” strano si fece sentire di nuovo. Dopo che il “tic tic” si fu ripetuto più volte, Giovanna, ormai infastidita ma anche incuriosita, cominciò a guardarsi intorno e si rese conto che lo strano rumore proveniva dal televisore. Che si stesse rompendo? Aveva già qualche anno ma funzionava ancora bene e poi perché faceva rumore pur essendo spento? Il “tic tic” del televisore continuo a ripetersi ma, con stupore di Giovanna, un altro rumore cominciò a farsi sentire. Stavolta lo scricchiolio, più sordo, proveniva da un grosso quadro che stava appeso alla parete più grande del soggiorno. Lo stupore di Giovanna si trasformò in sgomento quando capì che tutti gli oggetti della casa facevano cose strane. Sentiva tintinnare piatti e tazze nella credenza, gorgogliare i lavandini e l’acqua nelle tubature si esibiva in un canto sinistro. Vibravano paurosamente anche i vetri delle finestre che, dopo un tempo indefinito, durante il quale Giovanna, paralizzata dalla paura, temette trattarsi del terremoto, si frantumarono in minutissimi pezzi che scivolarono verso il basso, dissolvendosi.

Il terrore di Giovanna si trasformò in un misto di sentimenti contrastanti anche perché alla sparizione inspiegabile dei vetri delle finestre, seguì il lento sbriciolarsi di tutte le suppellettili della casa. Il televisore, che aveva dato inizio al fenomeno, cominciò a dissolversi lentamente, pezzo per pezzo, fino a scomparire del tutto. Al suo posto apparve un meraviglioso albero di mimosa in piena fioritura.

Gli occhi spalancati, la bocca aperta, il cuore sospeso che sembrava aver smesso di battere, Giovanna guardò verso il tavolo della sala, il suo bel tavolo moderno col piano di cristallo e si rese conto che al suo posto si trovava un prato, un prato verde punteggiato di margheritine bianche.

In breve tempo tutta la sua casa si trasformò in un magnifico giardino fiorito. Dove prima c’era la cucina, ora un roseto profumato faceva bella mostra di sé . Entrando al bagno, o in quello che era stato il bagno, ci si ritrovava in una grotta fresca e umida verdeggiante di muschio e capelvenere.

Giovanna, affascinata, dimenticò la paura e si fece ingoiare completamente da questa nuova realtà che la circondava, che la abbracciava, che la proteggeva.

Superato lo stupore, cominciò a sentirsi protetta da tutto quel verde, da quella festa di fiori luminosi e profumati che si offrivano a lei, solo a lei.

Aggirandosi per quello spazio così mutato, aspirava profondamente il profumo delle rose, dei gelsomini che coprivano le pareti, e della grande mimosa che aveva preso il posto del televisore.

Si rese conto che anche alcune pareti erano scomparse e le poche rimaste erano ricoperte di rampicanti. Lo spazio sembrava essersi dilatato e Giovanna si ritrovò a camminare per un lungo viale alberato. I pini facevano una piacevole ombra e camminando nell’aria fresca e profumata, Giovanna raggiunse una radura. Una maestosa quercia dominava quello spazio e invitava a riposare sotto i suoi rami forti e protettivi. Non poté fare a meno di fermarsi e si sedette su di una grossa radice sporgente dal terreno. Per un po’ di tempo, non avrebbe saputo dire quanto, rimase lì, immobile, ascoltando il suo respiro lieve e liberando completamente la sua mente da qualunque pensiero.

 

Aveva pensato molte volte, quando si sentiva sopraffatta dai pensieri che le si affollavano nella mente, che sarebbe stato bello poter vuotare il cervello, smettere di pensare per un po’; ma questo non era possibile.

 

Ora, come per incanto, si stava verificando proprio questo: la sua mente era libera. Per qualche lungo istante dimenticò chi era, da dove veniva e per quale motivo fosse lì.

Godendo di questo stato di grazia, vide una colomba bianca posarsi sul ramo più basso della quercia. A Giovanna venne spontaneo tendere una mano verso di lei e la colomba si lasciò accarezzare. Non parlò, la colomba, ma a Giovanna sembrò che stesse per farlo e quando riprese il volo le fu naturale seguirla.

Ancora con la mente libera, il suo sguardo seguiva solo il frullare di ali candido.

Dopo un tempo indefinito, la colomba si posò sul ramo di un pino. Giovanna si guardò intorno stupita e, tornando alla realtà, si rese conto che quel pino era lo stesso che vedeva dalla sua camera da letto. Era tornata a casa.

Il portone, le scale, il pianerottolo, la porta… e le chiavi? La porta si aprì come per incanto e all’interno Giovanna ritrovò il suo televisore intatto, il suo tavolo bello col piano di cristallo e bagno e cucina in perfetto ordine con tutti i loro accessori al posto giusto.

 

***

 

Da quel giorno non cercò più di vuotare la sua mente.

 

(Rossana Bonadonna)