La voce dell'anima

Le canne acquatiche, le erbe della riva, i piccoli cespugli di salici e gli alberi grandi videro giungere anche quella domenica di settembre la signora vestita di bianco.

La donna avanzò lentamente lungo il fiume, dirigendosi verso il paese. Ad ogni passo la sua persona emanava uno strano fascino, che invitava tutti coloro che la incontravano ad interrompere le proprie attività per salutarla con deferenza. Giunta nella piazza principale, dove si svolgeva il consueto mercato domenicale, la donna sollevò con delicatezza la lunga veste, si sedette ad un tavolino ed estrasse il mazzo di carte. Gli ambulanti la osservarono con simpatia: ora potevano iniziare il loro lavoro allegramente, con la consapevolezza che ogni cosa era al posto giusto.

Un anziano signore le passò davanti senza degnarla di uno sguardo. Nessuno dei presenti lo salutò e molti girarono il capo, evitando d’incrociarne gli occhi che peraltro erano costantemente rivolti a terra.

- Anche oggi rovinerà qualcuno, quel losco individuo – sussurrò una comare carica di pacchi, facendosi frettolosamente il segno della croce.

Lo sconosciuto si infilò in un vicolo buio e sinistro, arrestandosi di fronte ad un negozio.

“Si comprano oro, argento e gioielli a prezzi vantaggiosi” si leggeva sull’insegna

L’uomo alzò la saracinesca.

- Bene Gabriele! – esclamò – la domenica é proprio il giorno adatto per chiudere i conti e controllare gli ottimi affari realizzati durante la settimana.

Il vecchio Gabriele, soprannominato Lele, era tristemente noto come l’usuraio della cittadina: tutti coloro che versavano in difficoltà prima o poi finivano per rivolgersi alla sua bottega.

Alto, capelli brizzolati e naso aquilino, si sarebbe potuto definire un bell’uomo se non fosse stato per quell’espressione fredda e distaccata che rendeva il suo sguardo impenetrabile.

- Lele abbi pietà di quelle povere anime – lo supplicava Nina, l’anziana e fedele consorte – Comportandoti in questa maniera finirai sicuramente all’inferno!

Ma lui non le dava assolutamente retta.

- Ah, ah ah! L’anima non esiste – ribatteva sghignazzando – sono tutte invenzioni dei preti per le ingenue credulone come te!

Anche con la figlia non mancavano i contrasti. La giovane si era rivolta di recente ad uno psicologo per aiutare il figlio adolescente, che attraversava un momento di difficoltà.

- Sono cose da pazzi! – aveva tuonato il padre quando lo aveva saputo – Come puoi dar retta a quei ciarlatani ruba soldi?

- È normale per chi ha un disagio esistenziale rivolgersi a degli specialisti. – aveva replicato la ragazza – anche lo spirito e la mente hanno le loro necessità.

- Basta una volta per tutte con queste baggianate! Io credo solo a quello che vedo: anima, spirito e psiche sono parole prive di significato e serve solo qualche sano schiaffone per far rinsavire quello scansafatiche di mio nipote. Altro che psicologi e psicanalisti!

Così anche quel mattino, come sempre sicuro di essere nel giusto, Gabriele diede inizio al suo discutibile lavoro.

Ripose soddisfatto i suoi guadagni nella cassa: gli affari andavano veramente a gonfie vele!

- Ci sarà crisi per gli altri, ma di sicuro non per me – si disse sorridendo – un’annata così soddisfacente non mi capitava da tantissimo tempo!

Prima di chiudere il negozio si soffermò ad osservare una splendida collana di quarzo rosa.

- Vendendola realizzerò una cifra importante – pensò, allontanando subito dalla sua mente l'immagine della poveretta da cui l’aveva acquistata per pochi soldi.

Avanzò sicuro nel vicolo buio, lanciando sguardi distratti alle altre vetrine: presto i negozianti avrebbero iniziato a decorarle, in prossimità delle feste natalizie. Sua moglie aveva sempre insistito affinché addobbasse anche lui la sua bottega, ma Gabriele si era mostrato irremovibile.

- Non ho tempo da perdere e poi si tratta solo di stupide usanze!

Così, alla fine, la povera donna aveva rinunciato a dire la sua su quell’argomento.

Si arrestò un attimo ad ammirare la luce bianca di un lampione e poi riprese subito a camminare di buon passo. Improvvisamente però, la strada si illuminò a giorno: dalla lampada, osservata poco prima, era scaturito un lungo raggio che rischiarava, come per magia, il suo percorso.

Il vecchio non fece in tempo a riprendersi dallo stupore, che lo strano fenomeno era già scomparso.

Era rimasta al suo posto solo una piccola macchia luminosa che danzava nell’oscurità come una lucciola.

- È molto strano che in città ci siano in giro questi animaletti! – si disse Lele, sollevando le spalle perplesso – Forse il troppo lavoro mi gioca brutti scherzi.

Il punto di luce si avvicinò sempre di più arrestandosi proprio a pochi metri dalla punta delle sue scarpe. L’uomo spalancò gli occhi per la meraviglia: dalla piccola macchia, infatti, emerse a poco a poco una figura eterea, vestita di veli color pastello, che contrastavano con la tinta scura delle catene legate ai suoi piccoli piedi. Gabriele rabbrividì, sentendosi invadere da un senso di paura e di inquietudine.

- Alto là! Chi sei? – urlò – È inutile, tanto non credo ai fantasmi!

- Sono la tua anima che hai colpevolmente trascurato e che ha bisogno del tuo aiuto. – sussurrò una flebile voce che sembrava arrivare da molto lontano.

- L’anima non esiste e poi che cosa vuoi da me? – disse Gabriele, scoppiando in una risata sguaiata.

- Sono imprigionata a causa della tua malvagità e solo grazie a te potrò ridiventare libera e leggera

- Questa poi non me la sarei mai aspettata!

E per tutta risposta raccolse un grosso sasso e glielo scagliò contro con tutte le sue forze.

La strana visione si dileguò immediatamente e l’uomo, rassicurato, si diresse velocemente verso casa.

Gabriele si sentiva particolarmente in forma: era già passata una settimana dal suo  magico incontro e non era più successo nulla di anomalo.

- Sicuramente ho avuto un’allucinazione dovuta alla pressione alta – borbottò tra se e se – devo  iniziare ad ascoltare i consigli della mia Nina e fare dei controlli medici

Entrò nella casa della figlia dove era stato invitato a pranzo: vedere il nipote era per lui sempre una grande gioia, anche se sospettava che il ragazzo non lo stimasse molto.

Gabriele stava per abbracciarlo quando udì una vocina sottile e cantilenante.

- Non capisco perché mia madre si ostini ad invitare questo vecchiaccio odioso – sussurrava – Fosse per me non lo vedrei mai più. Almeno speriamo che, con il suo disgraziato lavoro, decida di lasciarci un bel gruzzolo quando finalmente se ne andrà all’inferno!

L’uomo restò come paralizzato e si guardò attorno: non c’era nessun altro!

Per tutto il tempo del pranzo, non pronunciò parola, continuando a riflettere su quello che era successo.

Appena possibile, salutò frettolosamente ed uscì per recarsi nuovamente al lavoro.

Ma le stranezze non erano ancora terminate: la stessa voce misteriosa gli comunicava i pensieri di tutti quelli che incrociava!

- È una vergogna che quest’uomo abiti nel nostro paese: sarebbe meglio che andasse altrove ad esercitare la sua dannata attività!

- Piuttosto che parlare con lui, preferisco che mi taglino la lingua!

- Non é concepibile che un padre non si faccia scrupolo di rovinare le famiglie altrui solo per arricchirsi!

- Noi con la crisi tiriamo la cinghia e lui accumula denaro alle nostre spalle: è peggio dei politici!

Lele ascoltava meravigliato questi commenti, ma ciò che lo stupiva maggiormente, era il senso di disagio e di vergogna che andava crescendo dentro di lui e che lo stava risucchiando come un vortice.

- Perbacco! Cosa mi succede? – pensò – Non mi sono mai preoccupato del giudizio degli altri! Basta con questa emotività da femminuccia, la sola cosa che conta é il mio lavoro: gli affari non tradiscono mai!

Sollevò il viso che generalmente teneva rivolto verso il basso, si aggiustò il cappello con aria spavalda ed entrò deciso nella sua bottega.

Gabriele non stava più nella pelle per l’eccitazione: quel pomeriggio aveva appuntamento con la moglie del più ricco possidente della zona. La famiglia era caduta in disgrazia e, così, i poveretti,  erano costretti a ricorrere all’aiuto dell’usuraio.

La signora entrò nel negozio con aria contrita: Lele conosceva fin troppo bene quel tipo di espressione supplichevole, ma fortunatamente non si lasciava impietosire dai piagnistei delle donne!

Tutto si svolse secondo copione: la donna mostrò i suoi tesori di famiglia col volto rigato dalle lacrime e il vecchio fece le sue offerte senza alcun tipo di cedimento.

Improvvisamente una luce potente irruppe nella penombra della bottega.

Gabriele abbagliato, chiuse gli occhi e quando li riaprì distingueva attorno a sé, solo una serie di forme evanescenti. Quei fantasmi ondeggiavano nell’aria e l’uomo si rese conto che non erano altro che i numerosi figli della donna che gli sedeva di fronte. Nonostante fossero vestiti di poveri cenci, gli spiriti emanavano un senso profondo di gioia e di serenità, scaldando con la loro presenza la tetra atmosfera del negozio.

D’improvviso Gabriele sobbalzò. In un angolo scorse la sua anima sofferente, che tentava inutilmente di unirsi all’allegro girotondo, ma le catene, strettamente avvinghiate alle sue caviglie, le impedivano di riuscirci. La visione durò solo pochi attimi e, quando terminò lasciò Lele completamente ricoperto di sudore. L’uomo, in preda alla più totale confusione, si congedò frettolosamente dalla cliente che lo stava fissando con aria interrogativa.

- In queste condizioni non é più possibile continuare a lavorare – pensò in preda ad un sensazione di smarrimento e d’incertezza del tutto estranei alla sua natura – devo assolutamente prendermi una pausa per capire bene quello che mi sta accadendo.

- Vado alle terme – comunicò alla moglie una volta a casa – è ora che mi occupi della mia salute.

- Ma come? Proprio adesso che si avvicina il Natale!

- Smetti di lamentarti e prepara la mia valigia – disse con un tono che non ammetteva repliche – vado a consultare l’orario dei treni

- Quest’uomo non finisce mai di sorprendermi! – sospirò la povera donna con un’espressione perplessa.

E si diresse rassegnata verso la camera da letto del marito.

L’autunno era stato decisamente mite. Le colline della Maremma erano vestite di mille sfumature di verde, mentre gli alberi, ancora carichi di foglie, incorniciavano i campi arati con precisione.

Gabriele era ospite di un piccolo agriturismo gestito da una famiglia con una prole numerosa

- Uffa, dovevo capitare in una struttura piena di marmocchi. – bofonchiò con grande disappunto – Proprio io che non sopporto i loro schiamazzi!

Mentre si accingeva a fare colazione, la sua attenzione fu catturata da un bimbetto accovacciato in un angolo: aveva gli occhi con una forma estremamente allungata e un’espressione serafica.

La proprietaria si accorse che Gabriele lo stava osservando.  

- Per noi, all’inizio, é stato un brutto colpo – disse sospirando – io mi sono sempre rifiutata di sottopormi a delle analisi, pensando che non sarebbe mai potuto accadere. Ma adesso lo amiamo tutti moltissimo!

E lo guardò sorridendo.

Il piccolo ricambiò lo sguardo della mamma, correndo a rifugiarsi tra le sue ginocchia.

Nei giorni successivi, il bimbo mostrò nei confronti del vecchio, un attaccamento davvero incredibile: gli saltava in braccio non appena lo vedeva e cercava, sotto il cappotto, la sua mano rugosa per stringerla fra le sue ditine. L’uomo, in principio, era infastidito da quelle effusioni, ma con il passare del tempo si abbandonò alle tenerezze del suo nuovo amico. Aveva preso l’abitudine di portarlo con sé alle terme, dove il bambino, con occhi adoranti, lo osservava mentre faceva le cure.

- Voglio stare con il nonno solo! – urlava quando la mamma, temendo d’infastidire l’ospite, cercava di allontanarlo

L’amore incondizionato del piccolo riuscì a far breccia nell’animo egoista e spigoloso di Lele, che si meravigliava, lui per primo, di essere tanto paziente e disponibile. Era abituato ad apprezzare solo gli aspetti materiali della vita e a giudicare gli altri in termine di risultati ed ora, all’improvviso, scopriva di avere una nuova scala di valori e tanta voglia di cambiamento.

- Questo bambino speciale ha compiuto un miracolo – si disse – ci dev’essere sicuramente qualcosa di sbagliato nel mio modo di vivere, se solo ora mi sento così sereno ed appagato

Uscì sul prato per respirare a pieni polmoni l’aria frizzante della sera.

Fu allora che una luce fioca illuminò la valle sottostante: Gabriele strizzò gli occhi per vedere meglio nell’oscurità e scorse la sua anima che si dirigeva verso di lui.

L’aspetto del fantasma era totalmente trasformato: emanava una luce radiosa e sui suoi piedini, che si muovevano a ritmo di danza sull’erba bagnata, non c’era più ombra di catene.

- Era da tempo che non mi sentivo così leggera – sussurrò con voce melodiosa – grazie al tuo cambiamento sono di nuovo libera e ho tanta voglia di fare con te, in futuro, un mare di cose meravigliose.

- Si! Hai proprio ragione spirito ritrovato – rispose l’uomo, aggrottando le sopracciglia pensieroso – Sono sicuro che d’ora in poi la mia vita sarà completamente diversa.

Il buon umore di Gabriele era contagioso e in quel giorno speciale pareva rendere l’ambiente più caldo e colorato. La gente arrivava alla spicciolata, nessuno nel paese aveva declinato l’invito dell’usuraio convertito: la curiosità era troppo forte! Man mano che sopraggiungevano, le persone si accomodavano nelle sedie dell’oratorio, messo a disposizione dal parroco, esultante per il recupero della sua pecorella smarrita. Anche la signora in bianco arrivò, per l’occasione abbigliata in un colore differente: un lungo scialle rosa pallido le avvolgeva le spalle ricadendo sulla sua lunga veste dalle morbide pieghe. Tutti, come sempre, si scostarono al suo passaggio e, in segno di deferenza, la lasciarono sedere in prima fila.

L’uomo osservò il pubblico soddisfatto: ora avrebbe potuto rendere tutti partecipi del suo nuovo progetto. Era incredibile come il far felice gli altri gli procurasse un profondo sentimento di gioia e di serenità.

- Non so come ho potuto in passato non dare importanza alle relazioni – pensò con sincero dispiacere – per me le persone erano solo strumenti per realizzare i miei obiettivi e nemmeno una volta mi sono soffermato a riflettere sui loro sentimenti, ma ora è tutto mutato.

E come per sottolineare questa sua riflessione, abbracciò la moglie e il nipote che erano al suo fianco. La poveretta divenne rosso porpora: non era abituata alle effusioni e tanto meno davanti ad una folla così numerosa!

Improvvisamente tutti si zittirono: l’uomo aveva iniziato a parlare.

- Purtroppo non posso cancellare il mio passato e le tante tragedie che ho procurato a molti di voi, ma il futuro lo posso sicuramente modificare. Accanto alla mia bottega, sono riuscito ad acquistare  altri locali: lì farò sorgere un centro per accogliere bambini speciali, perché il mio cambiamento lo devo soprattutto all’incontro con una persona molto particolare.

I presenti erano davvero sorpresi, ma il vecchio non aggiunse altro e le mille prelibatezze offerte per il pranzo, ebbero l’effetto di far tacere anche i più curiosi, soffocando in gola i loro interrogativi.

Una figura luminosa volteggiò nell’aria, esibendosi in ampi svolazzi sopra la gente intenta a gustare il rinfresco. Lele sorrise e la salutò. Era sicuramente il giorno più bello della sua vita.

 

Cristina Manuli