Postino, un mestiere tranquillo

Da una settimana, faccio questo lavoretto di pazzo, postino in barca a vela. Sostituisco un collega di mio padre. Siamo una quarantina in Europa, postini su veicoli particolari (i pvp) per luoghi difficilmente raggiungibili, c’è chi va col asino nella macchia in Corsica, c’è chi in alpinismo in Svizzera, o ancora in speleologia, ecc .. (me l’hanno raccontato , pero non mi ricordo di tutto).

Naturalmente, porto con me un po’ di spesa per la gente, dei pacchi , e una volta arrivato sulle diverse isole, rimango un po’ a parlare con la gente , e anche a bere. Devo raccontare un po’ di me (mi sembra sempre tantissimo) , senno la gente non è contenta, e poi si parla in giro. E io, vorrei essere rinnovato, l’anno prossimo , per pagare una parte dell’anno universitario (sono in giurisprudenza) Allora faccio il gioco, e sorrido, anche se sono parecchio stanco (dormo male), e sempre in ritardo-avendo anche perso la percezione del tempo sul mare - e quindi un po’ stressato.

Per le manovre, un uomo (marinaio riconosciuto ufficiale per Le Poste ) me le ha spiegato:

- Hai tre manovre, tre! Ah ah ah ah !!

Dopo aver ribadito “ah ah ah ah” livido (ho il mal di mare alla base e non sono pratico per niente) mi sono detto “ok, sarò io il deficiente “, “sarò io l’idiota alla spalle del quale si riderà per tutta la stagione e al di là”.

- Attenzione, non scherzare con la benzina, ha aggiunto l’uomo, se mi rovini il serbatoio, è finito, eh, siamo limitati, non ce la danno cosi... ci sono dei tagli, tuo padre lo sa bene....ci ha provato con i sindacati ... mah.....siete pochissimi, allora, già , se non vi levano il posto, potete già ringraziare la Madonna!”

Naturalmente sono rimasto in rottura di benzina tre volte, perche mi sono avventurato verso un’ altra direzione, su una zona protetta piena di fenicotteri, e ho annegato il motore... Momenti di grande solitudine devo dire... praticamente, stai nel panico, sudando, in ritardo,stressato, e intorno a te, un oceano di inquietudine, tutta la naturalezza del mondo raccomandata da i terapeutici da tutte le parti del mondo (chissà forse anche dal  Dalai Lama) la pace personificata ....il sciabordio dell’acqua , un gabbiano carino, carino accanto a te, una libellula tutta bella, bella, bella, un paesaggio serenissimo.... e tu, sei nella merda !!! Aiuto ....

Insomma, ancora ci sto a questo posto di lavoro, con l etichetta del rimbambito, e con paranoia, mi dico, visto che c’è cosi poca gente, che tutti si conoscono, e di più, io penso di vedere nello sguardo della gente che ha saputo delle mie disavventure, avranno visto il gommone di soccorso arrivare, ecc...

Adesso vado al faro della punta di pace. Mi sento già a disagio (con lo stomaco un po’ a rovescio, mangio anche male) perche ho sempre l’impressione che da li, c ‘è già qualcuno (e non si sa bene chi è questo qualcuno) che mi sta a guardare con le cannocchiale, io non lo vedo per niente, sto asciugando i pacchi che si sono bagnati , sto fumando una sigaretta... e lui mi guarda, mi scruta....

Visto che io vengo da una grande città, sia questo silenzio che questa rarefazione di gente sono molto belli (sicuramente), pero per il momento mi fanno  uscire fuori queste sensazioni (non del tutto serene!).....

Nel borgo dove dormo (al “camping del oceano sereno”) , ho sentito parlare di quello che abita nel faro. Un ex vip famosissimo (ignoro tutto di questo mondo) che avrebbe dichiarato vari nomi presso i servizi amministrativi , che non esce quasi mai , che pero farebbe delle feste da urlo, con rumori usciti dal faro che si sentono fino a parecchi chilometri... musica New age, strumenti a corde gravissime, tamburi del Bronx, voci del bel canto baritono ... feste non comuni, insomma, per la gente qui dintorni, tanto più vero che non si è mai saputo chi è che veniva alle sue feste, perche niente macchine, o pochissime, neanche se viveva da solo o no, perche a volte, c’è la comparsa di una o due persone che vanno, escono o tornano, pero poi, più niente, e di nuovo due o tre comparse.

Sembra in ordine con le autorità marittime, poiché non c’è niente da ridire sul suo lavoro. Visto che fa parte degli ultimi (dei moicani) a lavorare ancora su un faro, le maestre di scuola o giornalista della tivù e radio hanno voluto più volte fare una gita scolastica o reportage, però curiosamente, non si è mai saputo più niente di loro da allora. Niente notizie, niente fine. Che risposta hanno avuto? che accoglienza? Nessuno ne ha più parlato. 

Io sono andato soltanto una volta, ho consegnato due buste di carta marrone, una con delle bolle, con delle iniziale, poi l’indirizzo. Ci ho messo un po’ di tempo a trovare l’ingresso, visto che da vicino, un faro è assai impressionante, e non era cosi chiaro dove bussare. Poi sono dovuto salire su una scala metallica a chiocciola che non finiva più, ho visto un tavolo, e un po’ paralizzato, ho lasciato le buste e me ne sono andato. Quindi, non ho visto nessuno però sono sicuro che mi ha visto qualcuno. Sicuramente avrei dovuto chiamare, però non l’ho fatto (le gambe in gelatina non mi reggevano più).

Arrivo finalmente a terra, pensando a tutte le barche del mondo che arrivano a terra con la più grande eleganza e disinvoltura. Un giorno, forse..

- C’è un pacco per lui – dico per lui perche non è ben chiaro soltanto delle iniziale (ancora altre)  e l’indirizzo del faro. Forse è una famiglia, chissà!

Oggi, la mia camicia è zuppa di mare, olio e sudore, e un bottone è già scoppiato. Bene! La cosa che mi deprime è che dopo di lui, ho una coppia di anziani adorabili, gente in apparenza del tutto normale e rassicurante, per una bolletta di luce , e un po’ di spesa. Poi, mi devo recare a una casetta da ricchi (nascosti dietro delle alte mura), col cane che ti ricorda che ti odia (abbaiando di continuo  mentre stai salendo a piedi un bel pendio ripido).

Il cielo è basso, c’è afa, e i profumi esaltano più il rospo, insetti di palude e sospettose alghe che di gamberi o ostriche fresche. Non si sente nessun rumore, a parte il mio affanno esagerato, dovuto anche alle troppe numerose sigarette.

Vado, cercando di fissare i miei pensieri su delle cose come la caffetteria dell’università, quell’incontro li che ho fatto prima del’estate con Luisa... la rivedrò a settembre? Settembre? Chissà se ancora ci sarò a settembre.. Ma dai, basta!

Arrivato davanti alla porta del faro, trovo questa aperta, e un bel rospo davanti, sulla soglia, che mi sta guardando come per salutarmi ... C’è qualcuno ?

- Croa , croa …

Punta della pace si chiama questo posto ... Mah....

- Posta, c’è posta! ci vuole una firma!

Fichissime queste frase, le faccio anche bene, penso.... in tutta modestia... 

Silenzio pesantissimo (anche dal rospo)

Strabuzzo gli occhi, tossisco (il rospo mi fa il suo piccolo erutto per rispondermi). Busso alla porta aperta, però il mio gesto non fa rumore, sono tutto cotone dentro.

Ripeto le mie due frase che fanno il mio orgoglio, con più melodia ritmata possibile, come garanzia della mia onesta intenzione, pero nessun linguaggio articolato esce dalla mia bocca.

Atterrato, cerco di pensare quando sono andato a fare una visita medicale per l’ultima volta, e non risale niente. Avrò forse una malattia grave, ed esce adesso.

Tossisco di nuovo, come per fare uscire due tre sigarette dei polmoni. Il rospo si mette a ridere, questa volta metà rospo (pero ingrassato rispetto alla prima visione) metà uomo (come riso).... poi dall’intorno, una musica (tipo vecchia scatola da musica) che riprende la melodia della mia battuta “Posta c ‘è posta ecc”

Basta, ok. L’ultima canna risale a ..... tre giorni fa.... ma non è possibile, che roba mi hanno dato da fumare ...

Ok, coraggio, forza. Sono delle sciocchezze. Sono combattuto: vado via tenendo con me tutto quanto, oppure entro? Dai, penso a tutti gli eroi dell’universo (non me li ricordo , pero so che esistono ).

A questo momento, sempre in mezzo a un silenzio pesante di erbacce, di natura prepotente, passo la metà del mio corpo, e lì, vedo una ragazzina di circa otto, nove anni, che scivola sul corrimano della scala a chiocciola con un costume di fata, armonica sulla bocca... sembra proprio una fata, con il suo cappello a punta, ha anche le false ciglia lunghissime.

A questo spettacolo ravvivante, una voce di baritono sembrando provenire dal rospo (ancora più ingrassato) canta “posta c’è postaaaaaaaaaaaa, ci vuoooooooole unaaaa fiiiiirmaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!”.

Voglio scappare, ho paura. Va bene, ho capito, sono a casa di pazzi, forse pericolosi, io non devo andare più avanti, sono un semplice postino. Devo salvarmi , partire correndo, e avvisare la polizia.

Si, pero.. se fossi io ad avere un colpo di caldo.... una canna mal “digerita”, una malattia grave  ? mi toglieranno questo lavoro , sicuro...

- Buongiorno, i tuoi genitori sono qua ? balbetto.

Una musica tipo rock europeo degli anni ottanta si fa sentire tutt’a un tratto, riprendendo le mie tre frasi (al totale) in una composizione su fondo di musica con lunghissimi soli di batteria che non finiscono più, quasi come una caricatura, sia dello stile musicale (che ascoltava mio padre quando era giovane)  che delle mie frasi.

 

A questo punto, ho preso il partito di ridere. Rido quanto posso, e ho l’impressione che il mio riso fa eco nel faro, che è totalmente amplificato.

- Ah, ho capito, siete una famiglia di artisti! È bellissimo! Anch’io ho fatto un po’ di teatro al liceo.. e ho un amico che ha una amica che vive soltanto di teatro, giuro, non fa nient’altro... Questo pacco sarà sicuramente un accessorio di teatro, uno strumento di musica speciale, forse ?

Silenzio pesante. Afa più pesante. Erutto del rospo.

- Ehi, bambina, ce l’hai una penna, è per una firma !!

E lei di fare con l armonica le stesse note della mia frase.

- Ma tu non parli? Come ti chiami?

No, adesso non fare l assistente sociale, ma che altro posso fare.

Alzo la testa, su quel che mi sembra un altissimo tubo, tutto rotondo, diabolicamente cilindrico, e tutto colorato, con dei quadri anche loro concavi, sulle parete, che rappresentano dei personaggi... come ancora vivi... come questa... no!!! Una donna con degli occhiali rotondi esce il viso dal quadro e grida con dolcezza “dai ragazzi, portate una penna al postino, sbrigatevi!

Ok, sono in una serie tivù adesso ..... quale ? uhm.....

Però non ho il tempo di pensarci, una pioggia di penne mi cade addosso.

Quando alzo la testa per sapere se altri stanno ancora per cadere, vedo un altra molto più grossa , in forma però di bottiglia di champagne.

- Une coupe ? – sento dire in francese.

A questo momento, alla mia destra una persona mi toglie molto delicatamente il foglio dalla mano, e sulla mia sinistra una coppia di camerieri in divisa arriva con un flûte riempita dal liquido provenendo da l’enorme magnum di champagne (la marca, a prima vista, è l’una delle più care al mondo)

- La migliore annata. – dice.

La bottiglia, che portano in due, sembra d’oro e il liquido, sembra essere l’elisir d’una felicita eterna.

“Che devo fa” mi dico in me stesso. Pero già il flûte sfiora le mia labbra di giovane postino totalmente interdetto ...

Un secondo dopo, un venticello sembra essere entrato nel faro, e curiosamente, mi accarezza deliziosamente la pelle, tutto il corpo, e anche la mente.

Sembra pero essere buio... che ora sarebbe? Da quanto sono qui? E che dirà la coppia di anziani? Gli altri utenti?

Sento rumori di sirene di navi... una musichetta da lontano, che riprende i ritmi delle mie frasi precedenti... Adesso del rospo vedo soltanto gli occhi (meglio cosi, mi sembra più piccolo, e sopratutto più lontano e meno sarcastico nei miei confronti), e pero la nozione del tempo non esiste più (già che avevo difficoltà... sono sfinito, mi dovrò dimettere...).

Tuttavia, le bollicine d’oro scintillano davanti a me, e non riesco ad essere totalmente disperato....

- E  cosi, devo bere da solo, non posso brindare con nessuno??!

L’unica risposta è la luce nel buio (sempre più scuro), quella lampeggiante e inquietante vista dal ‘interno del faro. Però, il ritmo della mia frase viene ripreso da un coro che curiosamente sembra numeroso, vicino, e  che fa soltanto “mmmmm” sulle note della ritmica delle mie frasi .

- Mamma! - ho voglia di gridare - Mamma!

- Mamma non c’è però papà, si!

La voce di papà... Sudo zuppo... No, questo no... non è possibile, è troppo.....

A questo punto preciso, lo spazio del faro si illumina d’una luce accecante, sento un applauso strepitosissimo che risuona in un modo molto forte, e vedo davanti a me, oltre delle telecamere, mio padre dietro una batteria, un coro col marinaio in mezzo, la coppia degli anziani che stanno togliendo le maschere e costumi di camerieri, e i ricchi che portano lo champagne (con dietro, una bella scatola piena custodita dal cane), poi riconosco il direttore del camping, il barista che mi aveva fatto i pettegolezzi, ecc..... Perfino, si inclina davanti a noi una truppa (famosa) di artisti bravissimi (commedianti, clown, magi....di tutte le età).

Non ho il tempo di svenire o di esprimere le emozioni, la minima sorpresa  che i giornalisti della rai (tivù e radio) stanno già facendo l’intervista:

- E per la trasmissione, candid camera nuova versione... se l’aspettava? Andrà in prima onda sabato sera!

- Croa, croa – mi sento rispondere, con un riso strano....

Blandine Arondel