Quel libro

I capelli scurissimi, quasi neri, abbracciati strettamente in tanti ricciolini capricciosi, il sorriso dolce sotto gli occhi malinconici e il naso reso perfetto da una plastica fatta per motivi terapeutici.

E poi, il carattere, quel carattere più arricciato dei suoi capelli e Melania, questo, lo sapeva bene. Ma, nonostante tutto, non riusciva a toglierselo dalla testa. Era ormai un chiodo fisso, un’ossessione e forse Giacomo, conoscendo lo stato d’animo di Melania, ne era intimorito.

 

Nella grande libreria del centro, quel giorno, c’era tanta gente. Giacomo si perdeva volentieri tra i classici, i best sellers e gli ultimi usciti: quando entrava in libreria dimenticava tutto ciò che aveva lasciato fuori. Avrebbe potuto trascorrere un intero pomeriggio a sfogliare pagine e a leggere risvolti di copertina fino a che la voce, a volte gentile, a volte sgarbata di una commessa lo invitava ad uscire perché ormai era l’ ora di chiusura.

Mentre si muoveva lentamente tra pile di libri e ripiani ricoperti di volumi freschi di stampa, il suo sguardo si posò su di un libro che lo colpì particolarmente. Istintivamente allungò una mano per prenderlo ma, vicino alla sua, si materializzò un’altra mano: una manina affusolata impreziosita da un grosso anello d’argento.

Le loro mani si sfiorarono senza volere; Giacomo e Melania alzarono lo sguardo per scusarsi ma quando i loro occhi si incontrarono, entrambi ebbero un sussulto e il loro cuore cominciò a battere all’impazzata.

“Giacomo” “Melania” dissero contemporaneamente, ma l’emozione impedì loro di aggiungere altro. Continuarono a fissarsi, smarriti e confusi, fino a che, per spezzare l’imbarazzo, volsero lo sguardo al libro: “Volevo…” “Anch’io, mi sembra interessante”. Il balbettio si trasformò in una risata cristallina che sciolse la tensione e si propagò per le sale della libreria, costringendo tutti i presenti a voltarsi verso i due ragazzi che continuavano a ridere felici di essersi incontrati.

Quando Giacomo prese in mano il libro, la copertina colorata sembrò dilatarsi e avvolgere i due ragazzi che si ritrovarono in un grande prato fiorito. Titubanti, si incamminarono lungo un sentiero e dopo un attimo di esitazione, si presero per mano.

Sembrò naturale passeggiare affiancati come tanto tempo fa, come quando tutto sembrava facile ed era importante solo stare insieme. Non ricordavano più per quale motivo tutto fosse finito all’improvviso.

Melania ricordava il proprio sciocco senso di inadeguatezza mentre Giacomo non si perdonava di averla persa, travolto dall’esuberanza di lei.

Il sentiero, sempre più stretto, li portò davanti ad un piccolo cancello che racchiudeva una casina linda circondata da un grazioso giardino, sul retro si poteva vedere l’orto ben curato e una catasta di legna ordinatamente disposta sotto una tettoia.

Provarono a bussare ma non rispose nessuno. Dopo parecchio tempo, quando ormai avevano deciso di tornare indietro , la porta si aprì e apparì una donnina minuta con i capelli bianchi e gli occhi grigi, limpidissimi, che li invitò ad entrare.

Li accolse in una stanza dalle pareti imbiancate, piena di libri, sugli scaffali, sul tavolo ed alcuni posati anche sul pavimento.

“Buongiorno, ragazzi. Benvenuti nella mia casa. Stavo leggendo QUESTO LIBRO, lo conoscete?”

Grande fu lo stupore di Giacomo e Melania quando videro che il libro che stava loro mostrando la donnina misteriosa, era proprio quello che li aveva fatti incontrare. Fissarono emozionati il libro e, come era successo in libreria, la copertina, dilatandosi, li avvolse di nuovo proiettandoli nella platea di un piccolo teatro dove Giacomo spesso recitava. Presero su due poltroncine in quarta o quinta fila. La sala era deserta e uno strano timore, impedì loro di sedersi in prima fila.

Dopo poco, due figurine si materializzarono sul palcoscenico spoglio. Sorridevano, ma era evidente che non riuscivano a guardarsi negli occhi. Cominciarono a muoversi casualmente e quando Lui sfiorò una quinta con la mano, improvvisamente, apparve un fiore bianco, luminoso che però appassì subito dopo.

Lei, in fondo al palco, toccando la parete scura fece apparire un cespuglio di rose rosse: Lui si girò affascinato ma, man mano che si avvicinava, una rosa sfioriva, fino a che il cespuglio ormai completamente appassito sparì del tutto.

Le due figurine allora si guardarono negli occhi fissandosi intensamente ma, piano piano, inesorabilmente, il loro sorriso si spegneva fino a diventare una smorfia di dolore. Con i volti impietriti, si voltarono e uscirono dalla scena in direzioni opposte.

In sala Giacomo e Melania restarono inchiodati alla poltrona. Mille pensieri contrastanti si affollavano nella loro mente quando si accorsero che sul palco era appoggiato un libro che non avevano visto prima. Dopo un sguardo di intesa che fugò ogni dubbio, corsero a raccoglierlo, le loro mani si sfiorarono sulla copertina e si ritrovarono in libreria: “Giacomo, sei tu?” “Melania, sei tu?”

 

                                                           ***

 

Comprarono una sola copia di quel libro che li avrebbe accompagnati per tutta la vita.