Semplicemente Miki

La piccola sveglia sul comodino in legno chiaro suonò. Erano le cinque e trenta e la sua camera da letto era inondata da una luce dorata come solo l’alba della sua città sapeva creare.

Miki quella mattina, a differenza delle altre, amò il suono della sveglia che fu musica per le sue orecchie e molla per le sue gambe tanto da balzare dritta in piedi.

Era un momento felice, da lì a poco sarebbe salita su un aereo e avrebbe iniziato la vacanza tanto desiderata.

L’attendevano le Isole Eolie i cui luoghi erano a lei sconosciuti. La gioia era accompagnata dall’ansia, la stessa di quando doveva affrontare situazioni nuove, però quella volta voleva superare se stessa e finalmente affrontare e vivere tutto ciò che si sarebbe svelato dietro l’angolo.

Le immagini e i documentari che aveva visto, le avevano dato un’idea dello splendore e della maestosità del posto, ma tutto si cancellò nel momento in cui si arrivò per la prima volta in quei luoghi.

L’arcipelago siciliano è costituito da sette isole: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Filicudi, Alicudi, e Panarea. Miki partì con l’idea di non seguire un programma di viaggio preciso, ma di scegliere a caso da dove iniziare il suo tour delle Isole. Una forte sensazione la spinse a scegliere di iniziare da  Vulcano. Perché proprio da lì? Allora si documentò e lesse di Vulcano quanto segue:

<< Vulcano, tra tutte, è l’isola che rimanda a quell’ideale rapporto dell’uomo col primordiale, il bisogno di sentirsi perfettamente parte di una natura che ha in sé tutto ciò che serve per il benessere psicofisico dell’uomo. Dai greci detto Hiera, poiché secondo la mitologia su questa isola si situavano le fucine di Efeso, dio del fuoco e fabbro che aveva come aiutanti i ciclopi. Di essa parlano Tucidite e Aristotele. Alcuni noti archeologi e antropologi, identificano il sito come ‘Isola dei morti’. Sulla base di alcuni indizi essi sostengono che da tutte le isole Eolie, i morti venissero trasportati qui tramite rudimentali imbarcazioni, onde essere purificati dal dio del fuoco, con riti sacri...>>

- Ecco!!! - esclamò Miki – L’inconscio si rivela! Sono una persona morta? Allora quale luogo migliore di Vulcano per rinascere?

C’era tanto da vedere: i vulcani, le montagne bianche di pomice, i faraglioni e le acque termali.

L’isola era bellissima e Miki si rese subito conto che tutto era molto al di sopra delle sue aspettative. Tutto l’avvolgeva: gli odori, i colori, i sapori, le luci, l’atmosfera calda che metteva l’animo in pace con se stessi e il mondo.

Un tuffo rigenerante nelle piscine di acqua termale sarebbe stato un ottimo modo per rilassarsi dopo il viaggio affrontato. 

Nel tardo pomeriggio si propose di salire al cratere dove gli avevano detto che era possibile godere del paesaggio mozzafiato e dove si poteva assistere ad uno dei più bei tramonti delle Isole Eolie. 

Mentre saliva per il sentiero che la portava al cratere, improvvisamente si sentì stanca e si sedette.

Allora un uomo sconosciuto la vide, tornò indietro, la prese per un braccio e la aiutò a salire. Era un uomo di mezza età, una figura imponente e Miki rimase subito colpita dalla foga energica con cui l’aveva alzata, perché lei tendeva ad essere debole di fronte alla fatica fisica. 

Durante il percorso, l’uomo non disse una parola e, anche quando Miki lo ringraziò per averla aiutata, si limitò a sorridere. Quel sorriso suscitò in Miki un senso di sicurezza e la donna ebbe la sensazione che quello sconosciuto riuscisse a leggerle nell’animo. 

Quando arrivarono in cima Miki ebbe un senso di vertigine davanti al cratere che sembrava volesse risucchiarla nel vuoto, ma nello stesso tempo rimase affascinata dello splendido spettacolo dell’immensità del mare. A questo punto Miki si lasciò priva di forze.

- Lasciami qui – disse all’uomo – voglio godermi questa meraviglia e dopo questa visione potrei anche morire.

- So cosa si prova, scricciolo – disse l’uomo con la sua voce impostata da oratore – Anch’io vivo queste emozioni ogni volta che salgo qui, ma non bisogna mai fermarsi, perché la vita riserva sempre nuove sorprese. 

Mentre l’uomo esprimeva le sue sensazioni, Miki ebbe in sé un attimo di sussulto, l’impressione che stesse ripetendo lo stesso errore di quando conosceva nuove persone, cioè quello di fidarsi e non difendersi da chiunque le facesse una gentilezza. Allora, di colpo, chiuse la conversazione.  

- Scusami, ma ora vorrei rimanere da sola.

Dal piacere di aver avuto tanta attenzione da uno sconosciuto, Miki passò al provare fastidio di aver concesso così tanta confidenza.

- Chiamarmi scricciolo! - pensò.

Era il difetto di Miki di lanciarsi e accogliere chiunque le dava attenzione. 

In un attimo tutti i nuovi propositi svanirono davanti alle sue paure. Prese la via del ritorno con l’angoscia di aver interrotto un attimo di serenità. Si era fatto tardi e non vedeva l’ora di immergersi nella vasca da bagno, una cena veloce e subito a letto, perché il mattino dopo l’attendeva una giornata di altre novità.

L’isola era molto conosciuta per la sagra della ginestra. Erano giorni pieni di divertimento, si respirava aria di festa, musiche, folklore, prodotti tipici e balli in piazza. Lo spirito si rianimava.

La piazza era allegra piena di bancarelle, festoni, palloncini, lo zucchero filato, la bancarella delle olive, dei lupini, della frutta secca, mandorle tostate che emanavano odore intenso di caramello, noci, pistacchi e altri prodotti tipici della terra di Sicilia. 

L’atmosfera la riportava alla sua infanzia, quando tutti erano pronti all’appello per la grande festa del patrono del paese: TUTTI IN PIAZZA! Che allegria! Era l’occasione di mettere il vestito bello e pavoneggiarsi tra la folla, incontrare gli amici, I parenti, fare nuovi incontri, giocare ballare, tanta musica e poi le giostre! L’attrazione fatale, a tal punto da conoscere il figlio del proprietario di quelle macchine affascinanti che davano l’impressione di rapirti e farti volare via. 

Per anni Miki si era chiesta perché l’affascinassero tanto e forse la risposta era proprio nella parola LIBERTA’! Vedeva in quell’attimo di gioia un momento di fuga dalla realtà non molto serena e tranquilla per una bambina.

Miki era nata in un piccolo paese della Puglia e non aveva avuto un’infanzia felice.

Mentre passeggiava immersa nei ricordi, venne rapita dalla musica e di corsa si precipitò a vedere un gruppo folklorico che si esibiva in canti e tarantelle. 

La musica, il ballo erano quelle che le facevano dimenticare la timidezza, così si scatenò in una tarantella ballando con chi in quel momento aveva vicino. 

I pensieri si dissolsero, il corpo diventò talmente leggero che le sembrava di volare e ballando ballando si scontrò con una montagna umana. Stava per cadere, ma venne presa e si ritrovò tra le braccia di lui. 

Lo guardò, era lo stesso del cratere! 

Scoppiarono a ridere e gli sguardi si fermarono.

- Beh! - le disse - Sembra che non debba fare altro nella vita che raccoglierti, scricciolo!

- Beh! gli rispose Miki – l’hai detto tu che la vita riserva sempre nuove sorprese.

Tenendola tra le braccia, l’uomo del cratere fece una giravolta su se stesso al ritmo della musica e la appoggiò a terra. 

- Non mi chiamo scricciolo, ma Miki e tu?

- Io sono Gregorio, detto il lupo.

- Brrr brrr, che paura! Faccio bene io a fuggire. 

- Vieni qua! Questa volta non ti lascio andare. Ti porto in un posto che ti stupirà. 

- Dove? Nella tana del lupo? Ah Ah Ah!!!

Arrivarono al porto e si diressero verso le imbarcazioni. Miki era perplessa, un po’ timorosa. 

- In fondo  è un estraneo – pensava - che ci faccio qui? 

Ma nello stesso tempo era incuriosita da tanto mistero.

- Chissà quale imbarcazione sarà la sua? - si chiese Miki - Una di quelle piccole bagnarole o una di quelle grandi e luminose? 

Attraversarono tutta la banchina e, ad un tratto prima di arrivare alla fine del molo, si sentì abbaiare. Si fermarono davanti ad un due alberi tutto di legno e tutto illuminato, da dove spuntava un bellissimo cane, un incrocio tra uno spinone ed un lupo.

Felice di vedere il padrone gli saltò addosso e carambolò intorno a lui, scodinzolando talmente forte che la coda sembrava si staccasse. Fu una scena bellissima. 

- Che meraviglia, un cane, ha un cane! 

Tutti i suoi timori svanirono. Salirono sul veliero. 

- Questa è la mia Peggy. Ogni estate veniamo qui a trascorrere le nostre vacanze per rilassarci dopo un anno di grandi fatiche.

- Perché che lavoro fai? 

- Il veterinario. 

A Miki le si illuminarono gli occhi. 

- Con l’amore che ho per gli animali, l’avrei voluto fare anch’io, in compenso però ho tre cani e l’unico dispiacere che ho e di non poter fare le vacanze con loro come fai tu.

- Perché?  

- È molto difficile trovare strutture adeguate ad accogliere una persona con al seguito tre cani e quindi li affido ad una pensione per tutto il periodo della mia assenza. 

Miki cercò di familiarizzare con Peggy, che all’inizio si avvicinò con diffidenza, ma dopo avergli allungato un biscottino la conquistò.

Greg le fece visitare il suo bel veliero e finirono per accomodarsi, offrendole un buon vino della sua riserva privata. 

Miki in quel momento era come anestetizzata, incredula di fronte a ciò che stava vivendo: l’infinito. <<… Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.>>

- Scricciolo! - gridò Greg. 

- Eccomi! Scusami, ma per un attimo sono stata rapita da questi ultimi sprazzi di tramonto che sembra una tela colorata di mille pennellate e sfumature di rosso. Eh sì, sono una romanticona!

- Lo so, è quello che mi ha colpito di te, la tua sensibilità.

- Sensibilità che non mi fa vivere bene in questo mondo spietato ed è perciò che quando ho la possibilità di stare a contatto con la natura e godere delle sue meraviglie mi sento finalmente io. 

-  Ti capisco, perché anch’io sono così. Non a caso ho scelto di fare il mio lavoro, perché mi consente di evadere da quello che il mondo ti costringe ad essere. 

- Però tu hai scelto e sei riuscito a realizzarlo e hai raggiunto in qualche modo una tranquillità lavorativa e di vita, o no? 

- Si certo - rispose Greg – è così, ma la vita ti assicuro non è stata tanto generosa con me. Mi ha dato molto, ma mi ha tolto molto. Due anni fa ho perso mia moglie e per fortuna o sfortuna, non abbiamo avuto figli. Non è stato un buon periodo. Non si può descrivere il dramma della perdita di una compagna dopo tanti anni di vita insieme, è una parte di te che viene a mancare e si deve riuscire a raccogliere le proprie forze per continuare a vivere riscoprendo se stessi e la vita che ti circonda, che ti offre tante cose belle... come te.

- Grazie. Condivido i tuoi sentimenti, so di che cosa parli. Anch’io ho subito delle perdite e solo ora riesco a dare un ordine alla mia vita, dando priorità a ciò che mi fa star bene ed è perciò che sono qui a godermi questa meravigliosa serata in compagnia di un uomo bello, buono e gentile! E allora propongo un brindisi alla nostra amicizia e che possiamo riscoprirci migliori di quanto pensiamo e… brindiamo anche ai nostri amici pelosi, compagni di vita. 

- Sai quanto amo i nostri amici pelosi – disse Greg – ma in questo momento sono l’ultimo dei miei pensieri.

Si avvicinò e l’avvolse in un abbraccio come mai Miki aveva avuto da un uomo.

Era un momento di grande coinvolgimento che fece scoprire a Miki delle emozioni intense e la fece sentire felice come non si sentiva da tantissimo tempo, se mai lo fosse mai stata. 

In quel momento si rese conto che per la prima volta era pronta ad accogliere un uomo nella sua vita, meritandosi quell'amore alla luce della nuova alba che si annunciava splendida.

Anna Calabrò Baglivo

*incipit tratto da Se solo fosse vero di Marc Levy