Teo

Teo quel giorno era irrequieto. Teo, il suo bel border collie bianco e nero, dal quale non si separava mai da ormai più di dieci anni. Correva avanti e indietro per il corridoio, usciva sul balcone abbaiando, poi tornava in casa ansimando penosamente. Giovanna era preoccupata: non lo aveva mai visto così. Lui, solitamente tanto tranquillo e gioviale, quel giorno, si comportava in modo strano. Giovanna prende il guinzaglio per portarlo fuori ma appena apre la porta Teo si butta giù per le scale e in un attimo scompare fuori dal portone. Giovanna, sempre più preoccupata, lo segue inutilmente: lui si è lanciato per la strada velocissimo ed è scomparso alla vista.

 

Giovanna segue la direzione che pensa possa aver preso Teo, senza però riuscire a vederlo; chiede a chi incontra se per caso avesse visto un cane bianco e nero, ma nessuno sa dirle nulla.

Corre Giovanna, corre senza sapere più dove la portano le sue gambe e la sua ansia. Di Teo nessuna traccia. Vicino ad un muretto è costretta a fermarsi perché ormai le vengono meno le forze. Guardandosi intorno si rende conto di aver lasciato la città: alberi alti e protettivi consolano la sua angoscia e, intorno, prati fioriti le restituiscono, chissà perché, la speranza di poter ritrovare Teo. Perché sarà fuggito? Cosa lo ha spinto a farlo? E’ spaventato? E’ malato?

 

Queste domande e tante altre si affollano nella mente di Giovanna quando vede due occhi buoni e penetranti che la fissano. E’ un grande cane da pastore bianco fermo davanti a lei. Sembra voglia parlarle: è possibile che un cane possa esprimersi a parole? In quel momento, se lo avesse fatto, Giovanna non si sarebbe stupita. Lei era solita dire, in risposta alla banalità “Gli manca solo la parola”, no, non gli manca la parola semplicemente perché non gli serve. I cani sanno esprimersi benissimo anche senza articolare quei suoni che gli esseri umani usano così insensatamente.

 

Ma ora è diverso: il grosso cane bianco è proprio lì per lei. Cosa vuole farle capire? Giovanna è disorientata; lei, solitamente così a suo agio con tutti i cani, dai più piccoli ai più grandi, ora è turbata di fronte a questa presenza così forte e coinvolgente. Il grosso cane bianco continua a fissarla benevolo; per un attimo lei si sente compatita da lui. Perché? “Cosa posso fare?” si chiede Giovanna smarrita.

 

Una folata di vento ruba alcune foglie agli alberi; volteggiando leggere, le foglie, libere per un attimo, vanno ad adagiarsi delicatamente sul terreno: in quel preciso momento, il grosso cane bianco si incammina verso un sentiero tortuoso facendo capire chiaramente a Giovanna di seguirlo. Lei, come in trance, non può far altro che alzarsi dal muretto, e camminare appena un passo dietro a quella affascinante creatura.

 

“Quanto tempo è passato da quando sono uscita di casa? Quanto tempo sono stata seduta sul muretto, prima che questo cane mi portasse…dove? Dove mi porterà?”

 

Giovanna segue docilmente il suo accompagnatore che ogni tanto si volta per sostenerla col suo sguardo rassicurante.

 

Costeggiano ruscelli, attraversano radure, rallentano il passo quando si trovano di fronte ad un sentiero ripido, poi altopiani, prati e via, via, via a passo leggero.

 

Giovanna guarda meccanicamente il suo braccio sinistro ma l’orologio, che porta sempre al polso, non c’è. Tocca la tasca dei pantaloni dove dovrebbe essere il cellulare, ma la tasca è vuota.

 

Che ore sono? Che giorno è? Da quanto tempo camminiamo?

 

Queste ed altre domane le frullano nella testa quando, guardandola, il grosso cane bianco si ferma e sembra sorriderle. Dietro di lui appaiono tanti cani, grandi, piccoli, di ogni razza ed età, e davanti a loro le corre incontro gioioso, con la coda al vento, proprio il suo Teo. Teo si lancia verso di lei, lei lo abbraccia, affonda la faccia nel suo pelo morbido e vorrebbe chiedergli perché, perché…

 

Ma non fa a tempo. Una mano forte si posa sulla sua spalla e quando Giovanna, stupita, alza lo sguardo: un sorriso luminoso sul quale scintillano due grandi occhi verdi la lascia senza parole. “Aspettavamo solo te e finalmente sei qua”. Una voce calda e melodiosa la avvolge scaldandola nel profondo della sua anima.

 

                                                                       o o o

 

Teo, con la sua fuga, l’aveva condotta in un mondo dove nessuno avrebbe detto: “Gli manca solo la parola”.

 

(Rossana Bonadonna)