La regola

Ho un folle desiderio.

Poter rivivere i primi dieci anni

della mia vita.

Non solo ricordarli. Non è la stessa cosa.

Chi ero? Cosa facevo? Cosa sentivo?

Come mi sentivo? E gli altri?

Gli altri come mi vedevano? Ed io

cosa pensavo? Ridevo molto? Poco?

Ho provato ad entrare nella cassa di

un orologio. Volevo riportare indietro

il tempo. Non è stato difficile.

Ma nulla intorno a me è cambiato.

Allora sono salito sul campanile di una

chiesa. Ho sfidato le campane.

Con gran fatica ho spostato a ritroso le

grandi lancette. Ma nulla.

Ancora una volta tutto come prima.

E’ impossibile tornare dove si era un tempo.

E’ la regola. Se ti sei perso qualcosa, non v’è

rimedio. E allora cosa fare?

Null’altro che uscire dall’orologio, scendere dal

campanile e non perdersi più niente da subito.

Sospiri e sorrisi e pianti e sofferenze e umanità 

e amore e abbracci e baci e delusioni e gioie e 

silenzi e…

E’ la regola.

Gabriele Marcon