L'alba di un nuovo Dhy

Dhy era un ragazzo che veniva da molto lontano. Aveva dovuto lasciare il suo paese e la sua famiglia ed era venuto a Roma pieno di entusiasmo e di speranza, però le cose non erano andate come lui si aspettava. Aveva solo dodici anni e la vita per lui era davvero dura. La mattina studiava e il pomeriggio doveva lavorare e spesso veniva licenziato, perché il mondo è pieno di persone che sfruttano gli altri. Anche con i compagni di scuola le cose non andavano bene, soprattutto i ragazzi lo prendevano in giro e lo insultavano, mentre le ragazze cercavano di dimostrargli la loro amicizia. Ma un giorno accadde qualcosa che cambiò completamente la sua vita. Si svegliò nel cuore della notte fradicio di sudore e vide che seduto vicino al suo letto c’era uno strano ragazzo che sembrava fatto di luce, come se fosse nato dalla sua immaginazione. Dhy, spaventatissimo, si alzò per scappare, ma quello strano essere lo fermò.

- Non avere paura – gli disse – sono qui per aiutarti.

E gli dette una boccettina che conteneva una polvere dorata.

- Se l’userai nella maniera giusta – gli spiegò – potrai risolvere ogni tuo problema.

Dopo aver parlato, quel ragazzo si dissolse nel buio.

Dhy era veramente stupito, non riusciva quasi a muoversi, ma poi tornò in sé e spinto dalla curiosità aprì la boccetta e assaggiò un po’ di polvere. Immediatamente si sentì fortissimo ed incredibilmente si accorse di poter volare. Fu un’esperienza meravigliosa, volò tutta la notte sui tetti della città e forse per la prima volta in vita sua, si sentiva libero e felice. Non aveva sonno, né fame, né sete, l’unica cosa che gli interessava in quel momento era volare! Il mattino dopo, in perfetto orario, atterrò davanti al cancello della scuola e venne subito riportato nella sua triste realtà, perché si trovò davanti il più bullo dei suoi compagni.

- Ho visto quello che hai fatto – gli disse in tono minaccioso – e se non mi insegni a volare, ti gonfio di botte. Ho sempre pensato che sei un essere inutile, ma forse adesso, per la prima volta, mi servirai a qualcosa.

Dhy si accorse che contrariamente al solito, il bullo non gli faceva paura ed infilò una mano in tasca, stringendo la boccetta, deciso ad usarla. Prese un po’ di polvere e la lanciò in faccia al bullo che subito cambiò espressione e per la prima volta da quando lo conosceva gli sorrise.

- Carissimo amico mio – gli disse – hai dormito bene? Vieni che ti offro la colazione.

Per Dhy quella fu una mattina stupenda. Il bullo si comportava come se fosse il suo migliore amico, gli stava sempre accanto, in maniera un po’ ossessiva e volle farsi con lui una cinquantina di foto con il cellulare, che mise su facebook. Gli altri ragazzi li guardavano sbalorditi e per paura del bullo, cominciarono a colmare di attenzioni Dhy. Poi però, durante la ricreazione, improvvisamente l’effetto della polverina magica svanì. Il sorriso si trasformò in un ghigno malefico sul volto del bullo, che, quando vide le foto su facebook, ebbe una reazione violentissima e spaccò il telefono gettandolo dalla finestra. Esagerò così tanto che, quando salì sul davanzale per buttare di sotto i libri del povero Dhy, perse l’equilibrio e precipitò di sotto.

Fortunatamente però riuscì ad aggrapparsi all’asta della bandiera della pace, che cominciò a piegarsi, scricchiolando minacciosamente. Non c’era tempo da perdere!!! I ragazzi però erano paralizzati dal terrore e nessuno riusciva a fare qualcosa per aiutare il compagno, ma Dhy si fece coraggio, legò insieme strettamente alcune felpe e dopo aver fissato ad un termosifone un’estremità di quella corda improvvisata, la lanciò al bullo che l’afferrò proprio mentre l’asta si spezzava. Il ragazzo venne tratto faticosamente in salvo e quando si trovò davanti Dhy, finalmente al sicuro, dopo un attimo di imbarazzo, lo abbracciò. Se non ci fosse stato tutto quel sole, forse i ragazzi avrebbero visto quello strano essere fatto di luce che osservava la scena sorridendo. Nello stesso istante Dhy si mise una mano in tasca e si accorse che la boccettina con la polvere magica era sparita. Del resto, da quel giorno, non gli sarebbe più servita.

 

Racconto della I media A dell'I.C. Bravetta insegnante Roberta D'Annibale (a.s. 2013 - 2014)