La forza di Andrea e la sua impresa impossibile

In una mattina di fine gennaio un po’ nuvolosa quando Andrea uscì di casa non immaginava che si sarebbe trovato a vivere un’avventura molto ma molto più grande di lui.

Era un ragazzo di 10 anni, magrissimo, praticamente tutt’ossa e per questo motivo era spesso preso in giro dai compagni che lo consideravano debole e incapace di reagire: per capirci un perdente nato!

Quella mattina era più triste del solito perché il giorno prima aveva preso un bruttissimo voto nella verifica di geografia: due gli aveva dato l’insegnante e ci aveva tenuto a sottolineare che un voto lo aveva aggiunto solo perché gli faceva pena.

Andrea non si sentiva in grado di affrontare di nuovo le offese terribili dei compagni e così decise che non sarebbe andato a scuola.

Vagò a lungo senza metà per la città e alla fine quasi per caso si ritrovò all’ingresso di un luna park abbandonato: dopo un attimo di esitazione, come spinto da una forza misteriosa decise di entrare.

La curiosità a volte può fare dei brutti scherzi!

Il luogo era abbandonato da tempo e le giostre erano tutte arrugginite.

Si aggirò per quasi mezz’ora senza incontrare nessuno, ma ad un certo punto si sentì un rumore assordante e le giostre ripresero vita.

Andrea si spaventò a morte e cominciò a correre verso l’uscita, ma un grosso pagliaccio con gli occhi iniettati di sangue e i denti aguzzi si materializzò dal nulla e lo afferrò con le sue braccia muscolose.

Fu troppo per Andrea che perse i sensi all’istante.

Quando rinvenne si ritrovò vicino alla pista di un circo, dove una decina di pagliacci stavano facendo una strana danza.

Si udiva una musica spaventosa che sembrava l’ululato di un lupo e faceva venire la pelle d’oca.

Voleva scappare e provò ad alzarsi ma si accorse che era legato a un pilone.

Quando i suoi occhi si abituarono alla semioscurità vide che a pochi passi da lui c’era Mattia, il bullo della scuola, quello che lo prendeva in giro più di tutti.

Anche lui era legato e sembrava davvero terrorizzato: piagnucolava, tremava come un chiwawa raffreddato e nel suo sguardo non c’era traccia della solita arroganza.

- Aiutami, ti prego! – lo supplicava con voce lamentosa – ho tanta paura e devo pure andare in bagno.

- Ma sei proprio tu, Mattia?!? – Disse Andrea che non poteva credere a quello che stava vedendo.

Avrebbe voluto aiutare il compagno ma un pagliaccio interruppe la danza e si avvicinò con aria minacciosa.

- Mi dispiace per voi, ma siete troppo curiosi – disse il pagliaccio con un tono di voce che faceva gelare il sangue nelle vene – vi comunico ufficialmente che siete entrati a far parte come cavie del nostro esperimento scientifico. Abbiamo inventato una macchina che trasforma le persone in oro e finalmente possiamo collaudarle!

Mattia cadde in ginocchio urlando e si nascose il volto tra le mani. Andrea si rendeva conto che non era il momento di perdere la testa e bisognava assolutamente trovare la forza di reagire.

Si avvicinarono gli altri pagliacci. La musica era cessata e nel circo aleggiava un lugubre silenzio.

I ragazzi vennero slegato e trascinati verso la macchina “trasformatrice” che stava sul palchetto dell’orchestra.

La macchina sembrava una gigantesca aspirapolvere con un tubo lunghissimo che terminava in una mega vasca di metallo dove evidentemente si raccoglieva l’oro.

I pagliacci spinsero verso la macchina Mattia che quando vide la bocca spalancata di quella mostruosa aspirapolvere lanciò un urlo agghiacciante.

L’urlo disperato di Mattia incredibilmente ebbe il potere di trasformare la paura di Andrea in un coraggio inaudito: il ragazzo sentì nascere dentro di sé una forza smisurata che lo rendeva capace di compiere qualunque impresa.

Si divincolò senza sforzo apparente dalla stretta dei pagliacci che sembravano molto sorpresi da quello che stava accadendo.

Con un balzo afferrò Mattia per un braccio e lo liberò trascinandolo via: il pagliaccio che lo reggeva perse l’equilibrio e cadde nella macchina che si azionò.

I ragazzi corsero via veloci come il vento e i pagliacci non li rincorsero perché si affannarono nel tentativo di salvare il loro compagno.

Mattia e Andrea erano appena usciti dal circo quando si udì una terribile esplosione che rase al suolo il vecchio Luna Park: evidentemente qualcosa in quella macchina infernale non aveva funzionato!

Quando i ragazzi tornarono a scuola Mattia raccontò quello che era successo e da quel giorno Andrea non venne più preso in giro ed anzi fu considerato da tutti un eroe.

A proposito, la maestra lo interrogò di nuovo in geografia e questa volta prese un bellissimo dieci!

 

(Classe V A Scuola primaria Tintoretto anno scolastico 2010 - 2011)