Progetto intercultura

Partendo dal libro “Bambini delle sabbie” di Moussa e Ibrahim Ag Assarid, i ragazzi della III e V C dell'I.C. Bravetta, plesso E. Loi hanno raccontato l’affascinante storia dei due tuareg completandola con le loro riflessioni.

 

Senza barriere

Moussa e Ibrahim erano due fratelli Tuareg di otto anni e vivevano in un accampamento nel deserto del Sahara. Pascolavano le capre, vendevano il latte e il formaggio e non sapevano né scrivere, né leggere, perché non erano mai andati a scuola. Un giorno giunse al loro accampamento una giornalista francese che seguiva la gara automobilistica Parigi Dakar e dalla sua borsa cadde una copia del Piccolo Principe. I bambini, incuriositi, raccolsero il libro e quando lo sfogliarono rimasero incantati dai meravigliosi disegni. La giornalista glielo regalò e da quel momento i due bambini desiderarono di imparare a leggere per scoprire quella storia. Chiesero al padre se potevano andare a scuola, ma lui disse di no perché aveva bisogno di loro per pascolare le capre. Allora una mattina i ragazzi scapparono dall’accampamento e dopo aver camminato per ottanta chilometri nel deserto arrivarono nel villaggio dove c’era la scuola. I maestri però li riportarono dai loro genitori. Il padre non rivolse la parola ai bambini per una settimana, ma alla fine diede loro il permesso di andare a scuola. Moussa e Ibrahim studiarono molti anni, diventarono maestri e tornarono nel loro accampamento dove fondarono la scuola delle Sabbie, per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini tuareg.

(Racconto realizzato dai ragazzi della III C a.s. 2013 - 2014)

 

La magia delle piccole cose

Durante gli anni dei loro studi, Moussa e Ibrahim hanno confrontato la cultura Tuareg con altre culture, facendo profonde riflessioni.

I ragazzi nel deserto giocano con quello che trovano e questo stimola e alimenta la loro fantasia. Costruiscono delle cose meravigliose senza avere niente, ma questo può succedere anche ai ragazzi occidentali quando mettono da parte i loro videogiochi.

E si possono vivere dei momenti davvero magici che è meraviglioso ricordare.

Susanna, che ha la fortuna di vivere in un bosco, spesso fa delle lunghe passeggiate fino alla riva del mare dove tantissime volte ha costruito dei fantastici castelli di sabbia. Benedetta, quando stava al mare, raccoglieva le conchiglie, le infilava in uno spago e ci faceva delle collane. Tiziano con sassi, conchiglie e cannolicchi, trovati sulla spiaggia, realizzava dei quadri molto particolari. Ludovica faceva quadri incollando foglie all’interno di una cornice. Gaia durante le vacanze, prendeva i vestiti da buttare della nonna e li cuciva per fare vestiti alle sue bambole. Viviana da piccola con la stoffa che la mamma non utilizzava più aveva cucito una borsa a forma di cuore e l’aveva decorata con un fiore. Desirè da piccola metteva le foglie sotto le pagine di un quaderno e con i pastelli a cera, calcando forte, le riproduceva, scoprendo prima di impararla a scuola, la tecnica del frontage. Gabriele riempiva di sabbia delle bottiglie che quando tornava a casa gli ricordavano i bei momenti passati al mare. Giacomo al mare usava come ancore per il suo materassino delle bottiglie riempite di sabbia. Marina durante le vacanze trasformava i vestiti vecchi della madre in vestiti per lei. Chiara ritagliava i rotoli dello scottex e della carta igienica e ci costruiva case per le bambole. Sara a villa Pamphili con le margherite e gli aghi di pino faceva delle ghirlande. Dalida in un giorno di pioggia colorò la pasta con le tempere e i brillantini, fabbricando delle collane. Mario con dei tubi di plastica costruì delle cerbottane come quelle degli aborigeni della Papuasia. Carlotta nei momenti di noia smontava i suoi braccialetti vecchi con le forbici e ne realizzava di nuovi. Eva con il das, la paglia e i bottoni creava degli spaventapasseri. Francesca P. nel tempo libero realizzava degli oggetti con la pasta di sale. Riccardo da piccolo con cartoncini e tappi faceva un trenino. Alessia con le videocassette, usandole come mattoni costruiva delle case per le bambole. I bambini di adesso che hanno solo dvd e cd sono destinati a crescere tristi. Marta durante una vacanza sulla neve usò un tronco d’albero come slittino. Pietro con gli scooby doo che sono dei fili, realizzava abilmente piccoli ciondoli, quasi delle gemme. Beatrice ha imparato a lavorare all’uncinetto e con la zia realizzava borse e orecchini. La maestra Stefania da piccola insieme al cuginetto con le noci, gli stecchini e la mollica di pane costruiva delle barchette che faceva galleggiare nella vasca da bagno.

Grazie ai Tuareg stamattina ci siamo ricordati di avere una fantasia smisurata e sarebbe bello che da oggi in poi non permettessimo più ai videogiochi di soffocarla. Lo faremo?

(Racconto realizzato dai ragazzi della V C a.s. 2013 - 2014)