Il ritorno di Cloromix

Periplo era ancora sconvolto dall’incarico che gli era stato affidato dal suo amico Krunko. Dall’ultima volta che l’aveva visto, era una persona diversa, si sentiva un supereroe per aver la responsabilità dell’umanità. Ormai era come se non fosse più presente, era sempre distratto. Pensava sempre che problemi poteva risolvere per primi, partendo da quelli di Monterotto. Da quando era stata aperta la prima fabbrica di questo piccolo paese, gli abitanti non potevano più mangiare i prodotti dell’agricoltura, perché l’unico fiume di Monterotto era molto inquinato e quindi non si potevano irrigare i campi.

Un giorno Periplo decise di andare a vedere se quel fiume nasceva sporco, oppure era inquinato da qualche elemento antropico. Da solo percorse al contrario il corso del fiume, arrivando alla sorgente, e vide che l’acqua che sgorgava era l’acqua più limpida che lui avesse mai visto e ci si vedeva attraverso come una lastra di vetro. Nel frattempo gli “amici” di Periplo si comportavano sempre meglio con lui perché avevano capito che non era bello essere esclusi e trattati male da altri. Il giorno seguente Periplo gli accennò questo fatto, ma loro sembravano le persone più disinteressate del mondo. Ma con tanta fatica e a forza di ripeterlo, li convinse; si incamminarono verso la sorgente che Periplo aveva già visto. I ragazzi rimasero sbalorditi quando videro che l’acqua era trasparente e limpida, ma soprattutto quando si resero conto che l’acqua era inquinata e sporca a causa dell’uomo, infatti l’unica fabbrica di Monterotto era costruita su una sponda di questo fiume.

Ma il loro stupore fu ancora maggiore quando, ritornando a casa sempre per lo stesso sentiero, si accorsero che l’acqua che entrava nella fabbrica era limpida e pura come quella che sgorgava dalla sorgente, mentre quella che usciva un po’ più in basso, era sporca e puzzolente come quella di tutto il resto del fiume fu in quei momenti che gli venne in mente Cloromix.

Senza pensarci due volte, i ragazzi bussarono violentemente all’entrata principale di questa piccolissima fabbrica. Nessuno aveva aperto. Riprovarono e finalmente qualcuno si fece vivo. Era appunto il proprietario di questa fabbrichetta. Inizialmente sembrava molto turbato, perché sentirsi rimproverare da ragazzi che avrebbero potuto essere suoi figli o addirittura nipoti, lo aveva infastidito. Dopo essersi calmato, provò ad ascoltare i ragazzi che gli dicevano sporcare in quel modo l’acqua dell’unico fiume del paese, ma lui non voleva ammettere di sbagliare. Alla fine cedette e scoppiò in un pianto irrefrenabile, a tal punto da sembrare una fontana aperta. Tra lacrime e singhiozzi, riuscì a spiegare che neanche a lui faceva piacere sapere che il paese era in crisi per colpa sua, per l’apertura della sua fabbrica. Infatti era in grave crisi economica, e non sapeva come uscirne fuori. Ma per aiutare il proprietario della fabbrica, i ragazzi decisero di rinunciare a qualcosa di piccolo ogni giorno, come per esempio una merendina o un gelato, e regalare i soldi risparmiati a questo signore in difficoltà. Con l’aiuto dei ragazzi e di Periplo, il proprietario della fabbrichetta riuscì a uscire da quella tragica situazione.

Tutti insieme si misero a ripulire le acque inquinate e inserirono all’interno della fabbrica un depuratore per ripulire l’acqua prima di farla rientrare nel fiume.

Da quel giorno in poi Monterotto poteva ancora coltivare i suoi prodotti e gustarli dopo tanto tempo, per merito di Periplo e dei suoi amici. Per molto tempo nel paese si parlava solo di Periplo, il supereroe di Monterotto. Ma questo non bastava per rispettare il compito che gli era stato assegnato da Krunko. Infatti Periplo doveva trovare una soluzione ai problemi causati dall’uomo per l’intera umanità.

Allora i ragazzi andarono in giro per il mondo a pubblicizzare metodi sempre nuovi per ridurre l’inquinamento e stare meglio tutti. Fortunatamente il metodo di Periplo funzionò e in tutte le parti del mondo furono risolti i problemi antropici. Periplo era la persona più felice del mondo adesso che aveva rispettato questa promessa così impegnativa.  

Laura Molina, SMS Winckelmann, 2^ F a.s. 2016/2017