Ughetto dentro il libro magico

Quel pomeriggio quando Ughetto, un bambino di nove anni entrò in libreria, si accorse subito che c’era qualcosa di molto strano.

Mentre stava scegliendo un regalo per una sua amichetta, udì uno strano rumore, un fischio assordante che gli impediva di pensare lucidamente.

Dopo un po’ Ughetto si sentì spingere da una forza misteriosa verso il magazzino. Scese piano piano i gradini della scala: incredibilmente nella libreria erano spariti tutti!

Si ritrovò in una stanza buia e un po’ polverosa, dove c’erano accatastati tantissimi libri.

Al centro del magazzino c’era una grossa cassaforte che, quando Ughetto si avvicinò, magicamente si spalancò.

Dentro si vedeva un libro: evidentemente se lo tenevano in cassaforte doveva essere molto prezioso!

Aveva una copertina coloratissima, ma quando Ughetto lo prese in mano si accorse che le pagine erano tutte bianche.

- Ma come può essere tanto prezioso un libro con le pagine bianche? – mormorò Ughetto.

Decise di portarselo a casa per esaminarlo meglio, ma in quello stesso istante accadde qualcosa di davvero stupefacente.

Il fischio aumentò di intensità e diventò davvero insopportabile. In un attimo Ughetto fu incenerito e quel mucchietto di polvere, che era tutto ciò che restava di lui, fu risucchiato dalle pagine bianche.

Ughetto non sentì dolore e viaggiò attraversando luoghi dove il tempo e lo spazio non contavano più nulla. Alla fine si ritrovò su una nave: era un vecchio veliero che sembrava abbandonato. Ughetto la esplorò in lungo e in largo, ma non riuscì a trovare nessuno. Nella cabina del capitano si guardò allo specchio e si accorse di essere vestito da pirata. Alla parete c’era un suo ritratto con la sciabola sguainata: evidentemente il capitano della nave era lui!

Per un attimo si sentì sul punto di svenire ma poi si fece coraggio e continuò a perlustrare la nave.

Sul ponte di comando provò a manovrare il timone ma si accorse che era completamente bloccato: la volontà della nave lo stava portando da qualche parte!

Improvvisamente si levò un forte vento e il mare divenne molto mosso: c’erano onde altissime che in ogni istante rischiavano di capovolgere la nave. Pioveva a dirotto: fulmini, lampi e saette squarciavano il cielo illuminando a giorno quella notte terribile.  

Proprio quando ormai la nave stava per essere spazzata via, accadde un fatto davvero miracoloso. Dal mare in pochi istanti emerse un’isola e la nave la raggiunse incagliandosi sugli scogli. Senza pensarci un attimo, Ughetto si tuffò e raggiunse a nuoto la riva.

Incredibilmente in pochi istanti la tempesta era cessata e si era fatto giorno!

Cominciò a esplorare l’isola. La vegetazione era stranissima, non aveva mai visto alberi del genere! Erano mostruosamente grandi e Ughetto aveva la sensazione che lo stessero osservando, ma non era una sensazione, perché a un certo punto gli alberi uscirono dalla terra e camminando sulle radici lo circondarono e lo immobilizzarono con i loro rami.

- Finalmente sei arrivato Ughetto! – disse l’albero più grosso che sembrava il capo – Erano secoli che ti stavamo aspettando!

Ughetto era spaventatissimo e non credeva ai suoi occhi: non aveva mai sentito parlare di alberi del genere!

- Ma co – cosa volete da me? – balbettò Ughetto.

- Siamo gli abitanti dell’isola, – disse il capo con il suo vocione – l’incantesimo di una strega malvagia ci ha trasformati in alberi e secondo un’antica leggenda, solo Ughetto, un ragazzo puro di cuore, potrà salvarci. Noi speriamo che tu sia il nostro salvatore! Non ti nascondo che tanti prima di te hanno fallito.

- Ma cosa posso fare per aiutarvi? – chiese Ughetto che aveva una fifa terribile.

- Devi attraversare un labirinto pieno di ostacoli. – disse l’albero – Se li supererai tutti, giungerai a un castello vecchio e polveroso, dove dovrai sconfiggere la strega. Se non ci riuscirai, sarai polverizzato.

Ughetto dopo aver riflettuto a lungo, accettò la sfida e gli alberi felicissimi lo accompagnarono all’ingresso del labirinto, trasportandolo con un trono fatto di foglie e rami intrecciati.

- Tieni questa sacca magica, – disse il capo – sembra vuota, ma al momento giusto ci troverai ciò che ti occorre!

Poi gli alberi lo abbracciarono uno per volta e se ne andarono.

Il ragazzo con il cuore in gola entrò nel labirinto.

Si ritrovò a percorrere un viale con muri altissimi che non avrebbe mai potuto scavalcare. Dopo parecchio tempo attraversò un arco su cui c’era una scritta misteriosa: il viale era sbarrato da una parete rocciosa apparentemente insormontabile.

Ughetto era disperato, ma si ricordò della sacca magica e ci infilò una mano: la sacca cominciò a vibrare molto forte e schizzò fuori una grossa palla di gomma, che quando Ughetto ci si sedette, cominciò a rimbalzare sempre più in alto finché gli fece scavalcare il muro di roccia.

Ughetto cadde in un prato, dove c’era un coniglio che voleva fargli mangiare il polline di un grosso fiore, dicendo che gli avrebbe fatto molto bene.

- Mangialo! Mangialo! – ripetevano delle voci misteriose che venivano da non si sa dove.

Ma il ragazzo astutamente non lo assaggiò.

- Mangialo tu, se vuoi! – disse al coniglio che al suo rifiuto si trasformò in un corvo nero e volò via.

Evidentemente era stato mandato dalla strega!

Ughetto un po’ spaventato, ma fermamente deciso ad aiutare gli abitanti dell’isola, proseguì il cammino. Dopo alcune ore giunse sulle rive di un immenso lago ghiacciato che, per andare avanti, doveva per forza attraversare. Frugò nella sacca magica e subito si ritrovò in mano dei pattini bellissimi azzurri, rosa e gialli, se li mise e si avventurò sul lago. Ughetto non sapeva pattinare ma adesso filava sul ghiaccio veloce come un lampo e riusciva anche a fare delle giravolte e delle acrobazie fantastiche, era davvero molto divertente!

Poi però la superficie del lago iniziò a fondere ed emersero decine di gigantesche mani infuocate che cercarono di afferrarlo. Il ragazzo per un po’ riuscì a divincolarsi ma poi si accorse che stava per essere afferrato. Quando ormai non sapeva più cosa fare, infilò una mano nella sacca e tirò fuori una rete magica: subito la gettò sulle mani che nel momento stesso in cui vennero imprigionate si spensero scomparendo. Così Ughetto poté attraversare il lago. Il sentiero avanzava tortuoso e c’erano delle strane piante che sui rami, invece dei frutti, avevano dei libri con delle bocche che ghignavano in maniera sinistra. Quando il ragazzo si fermò sbalordito, i libri spiccarono il volo e lo attaccarono. Dalle bocche uscivano dei fogli bianchi che erano affilati come rasoi. Ughetto cercò nella sacca ma stavolta non trovò nulla. Quando ormai era rassegnato, si sentì tirare per un braccio.

- Vieni con me! – disse una voce e Ughetto fu trascinato dentro una botola. Si ritrovò in una stanza dove c’erano tantissimi oggetti: davanti a lui un elfo bellissimo vestito di nero lo guardava e sorrideva. Il ragazzo si accorse che al posto dei piedi aveva delle radici.

- Sono l’unico abitante dell’isola che la strega è riuscita a trasformare solo parzialmente – disse l’elfo – anche se non so come ho fatto a salvarmi! Seguimi, non c’è tempo da perdere!

L’elfo s’incamminò lungo un cunicolo stretto e buio e Ughetto lo seguì senza fiatare: era spaventatissimo ma anche molto curioso.

Camminarono per molte ore, forse per giorni e alla fine giunsero sotto un’altra botola. Quando l’elfo la spalancò si ritrovarono proprio davanti al castello. Attraversarono a nuoto il fossato e per passare dovettero lottare con un polipo gigantesco che si trasformava continuamente in esseri mostruosi. Nel cortile furono aggrediti da pipistrelli ferocissimi, che sconfissero con grande difficoltà e fu a questo punto che dal nulla apparve la strega. Era davvero mostruosa: sputava fuoco dalla bocca, i suoi capelli erano serpenti velenosi e la sua faccia era piena di foruncoli gonfi di pus nero verdognolo. Ghignava in maniera agghiacciante. Fu uno scontro terribile. La strega con il suo scettro magico faceva apparire delle radici gigantesche che cercavano di imprigionare Ughetto.

Il ragazzo per un po’ riuscì ad evitarle, ma alla fine fu intrappolato. La strega stava per colpire, ma l’elfo coraggiosamente con un balzo le strappò lo scettro dalle mani: immediatamente quella donna malvagia fu risucchiata e sparì.

Così l’incantesimo fu rotto. Gli abitanti dell’isola dopo tanti secoli tornarono elfi e fecero una gran festa a Ughetto che si divertì tantissimo. Ad un certo punto chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì, si ritrovò nel magazzino della libreria. Dalla polvere si materializzarono dei ragazzi: erano tutti gli “Ughetti” che avevano fallito l’impresa. Il nostro eroe aveva il libro in mano, ma quando lo sfogliò si accorse che le pagine non erano più bianche: c’era scritta la sua incredibile avventura. Tornò a casa stringendo il libro fra le mani: lo avrebbe custodito gelosamente per tutta la vita lasciandolo in eredità ai suoi discendenti.

 

(Dario Amadei, Marco Crescentini, Sara Panaite, Federica Pantaleoni, Ilaria Simone)

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